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martedì 27 febbraio 2024

Interventi del vicecapo missione dell'Ambasciata di Santo Domingo nell'Assemblea Straordinaria del Comites del 19 febbraio scorso

 

Primo intervento di Rodolfo Colaci

“Come sapete le mie risposte potranno non apparirvi esaurienti, ma credo sia un po' dovuto al fatto che sono entrato da poche settimane all'ambasciata e vi vorrei dire che fin dal primo giorno mi sono abbastanza interessato della materia dei visti perché, come sapete è la materia per cui questa ambasciata è stata chiusa. Quindi è questo il punto di partenza da cui dobbiamo partire. A mio avviso non possiamo tralasciare i 15 anni di esperienza (Colaci si riferisce alla prassi che viene seguita da 15 anni nella procedura di erogazione visti). In quei 15 anni c'è stato un vuoto che si è originato in quel settore. Quindi è ovvio che oggi siamo in una situazione che, rispetto al passato è sotto maggiore attenzione da parte di Roma, da parte delle autorità, perché non si può cancellare neanche questa cosa, ma anche tralasciando questo aspetto che è bene tenere a mente, credo che comunque il fatto che ciò che sia stato fatto in passato sia automaticamente giusto non sia un argomento per me valido, nel senso che comunque si tratta di una valutazione che non avvalora una determinata tesi piuttosto che un'altra. Entrando nel merito e andando un po' per ordine, la mia preparazione è veramente ridotta, lo ammetto. Sul punto delle tempistiche senz'altro si può lavorare, si può migliorare, questo senz'altro. Vorrei fare una differenza tra Almaviva e l'Ufficio Visti. Cioè l'appuntamento con l'ufficio visti è un appuntamento diretto che poi tratta la pratica, mentre Almaviva è comunque un intermediario che fa un primo filtro e poi la pratica va spedita all'Ufficio Visti, quindi non equiparerei le cose mettendole sullo stesso piano. Comunque noi diamo un'attenzione prioritaria ai familiari che possono scriverci via mail ed è vero che c'è magari qualche maggiore incomprensione a livello nello scambio di mail (i cittadini italiani che chiedono il visto per i loro congiunti scrivono fino a 20 mail prima di ricevere una risposta), però è anche vero che siamo in contatto diretto col personale che poi tratta la pratica e quindi questo è un vantaggio di per sé, mentre la procedura di Almaviva è una procedura un po' più standard che facciamo per gestire i numeri che altrimenti non sarebbero gestibili. Quindi il fatto che il nostro personale arrivi comunque del tempo anche a rispondere ai nostri connazionali che si trovano in determinate situazioni credo che a mio avviso sia un qualcosa che vada riconosciuto. I tempi degli appuntamenti non li ho visti nella fattispecie. Ho visto alcuni tempi qua da febbraio di casi che comunque sono riusciti ad avere un appuntamento a breve. Sulla documentazione non sono proprio espertissimo, però credo che comunque per avere una prima valutazione da parte del personale che tratta i visti sulla qualità della documentazione sia un vantaggio per il connazionale, perché comunque se Almaviva fa una prima scrematura sulla documentazione, se ci arriva una documentazione incompleta, per noi può essere anche un diniego di visto in automatico con ovviamente la notifica entro dieci giorni. Però c’è comunque il fatto che cerchiamo sempre di avere uno spirito collaborativo e di ottenere tutte le informazioni necessarie per trattare il visto prioritariamente. È un qualcosa che agevola il connazionale. Infine sulla questione dei minori mi spiace, ma noi veramente applichiamo alla lettera l'articolo undici del codice dei visti in cui al comma uno si dice che i minori presentano un modulo di domanda firmato da una persona che esercita potestà genitoriale permanente o temporanea o da tutore legale. Questo perché comunque è un qualcosa che avviene in tutte le altre ambasciate che offrono visti Schengen. Quindi noi comunque ci adeguiamo e siamo all'interno di un contesto in cui le nostre decisioni non ricadono solo sul nostro Paese, ma impattano tutto lo spazio Schengen e quindi noi, a mio avviso, non possiamo consegnare un visto che è un documento importantissimo a una persona che non sia o il genitore o chi è il tutore legale o chi comunque esercita la potestà genitoriale sulla questione. Guardate che abbiamo sentito sia la direttrice della migrazione presso le autorità locali sia un magistrato del tribunale dei minori, e non è sufficiente un'autorizzazione, serve comunque un documento dal valore legale con cui anche loro accettano e per il permesso di espatrio. Quindi su questo purtroppo non possiamo transigere, perché ci sono responsabilità penali per noi come funzionari nel caso dei minori. Noi non rilasciamo il visto al minore. Rilasciamo il visto all’accompagnatore, quindi non possiamo veramente. A mio avviso questa interpretazione letterale è corretta e non c'è l'intenzione di assumersi rischi su una materia così delicata. L'attenzione da parte di Roma su questo settore è ancora maggiore. Quindi non sono rischi che possiamo assumerci. Tra l'altro siamo perfettamente in linea con quello che fanno gli altri paesi Schengen, dalla Svizzera alla Germania, alla Francia, alla Spagna. Se guardate tutti i loro formulari, richiedono le stesse nostre cose. Quindi da parte nostra su questo non possiamo transigere.”

Secondo intervento di Rodolfo Colaci:

“Forse mi sono espresso male, nel senso che nel permesso di uscita non questo perché dimostra perché ovviamente io non ho il suo background e mi affido anche molto di più ai funzionari che sono da più tempo nell'ufficio visti e stanno trattando le questioni con molta serietà, con più serietà e anche diciamo con un aggravio sul loro lavoro quotidiano, che non fanno certo diciamo perché sono appassionati alla persecuzione dei connazionali. Quello che intendevo dire è distinguere un passaporto, un permesso di uscita, un permesso a risiedere all'estero, perché in questo caso con questi visti, noi permettiamo a questi minori di andare a risiedere permanentemente all'estero come ricongiungimento familiare. Ed è in questi casi che ci è stato chiesto che la semplice autorizzazione emessa presso un consolato estero non è sufficiente ed è una cosa su cui noi ci siamo semplicemente allineati a quello che già richiedono tutti gli altri Paesi Schengen. Quindi anche in questo caso noi non lo riconosciamo sia perché le autorità ci hanno confermato che non è sufficiente un'autorizzazione, ma che serve una sentenza, sia perché è una cosa che è in linea con quanto chiesto dagli altri paesi Schengen. Veramente da parte nostra c'è tutto lo spirito collaborativo. Non abbiamo intenzione di aggravare, però è anche ragionevole che nel momento in cui c'è un minore non lo si equipari a un bene immobiliare in cui con un atto notarile, non è la stessa cosa, cioè parliamo di un pericolo di tratta dei minori. Ci sono reati penali in questi casi. Io non posso rilasciare un visto a una persona che non abbia titolo legale per farlo. È troppo pericoloso. E sul codice dei visti secondo l'articolo undici letteralmente da presentare non è solo la firma ma si presuppone una presenza. Non so se mi sono chiarito. Guarda che possiamo continuare ad approfondire la questione assieme. Veramente da parte mia c'è tutta l'intenzione però al tempo stesso è una materia troppo delicata che è già costata molto a questa sede alla comunità e secondo me andiamo a infilarci in un tunnel in cui non troviamo un'uscita e penalizziamo l'energia anche di tutta la comunità inutilmente a mio avviso.”