Primo intervento
di Rodolfo Colaci
“Come sapete le
mie risposte potranno non apparirvi esaurienti, ma credo sia un po' dovuto al
fatto che sono entrato da poche settimane all'ambasciata e vi vorrei dire che
fin dal primo giorno mi sono abbastanza interessato della materia dei visti
perché, come sapete è la materia per cui questa ambasciata è stata chiusa.
Quindi è questo il punto di partenza da cui dobbiamo partire. A mio avviso non
possiamo tralasciare i 15 anni di esperienza (Colaci si riferisce alla prassi
che viene seguita da 15 anni nella procedura di erogazione visti). In quei 15
anni c'è stato un vuoto che si è originato in quel settore. Quindi è ovvio che
oggi siamo in una situazione che, rispetto al passato è sotto maggiore
attenzione da parte di Roma, da parte delle autorità, perché non si può
cancellare neanche questa cosa, ma anche tralasciando questo aspetto che è bene
tenere a mente, credo che comunque il fatto che ciò che sia stato fatto in
passato sia automaticamente giusto non sia un argomento per me valido, nel
senso che comunque si tratta di una valutazione che non avvalora una determinata
tesi piuttosto che un'altra. Entrando nel merito e andando un po' per ordine,
la mia preparazione è veramente ridotta, lo ammetto. Sul punto delle
tempistiche senz'altro si può lavorare, si può migliorare, questo senz'altro.
Vorrei fare una differenza tra Almaviva e l'Ufficio Visti. Cioè l'appuntamento
con l'ufficio visti è un appuntamento diretto che poi tratta la pratica, mentre
Almaviva è comunque un intermediario che fa un primo filtro e poi la pratica va
spedita all'Ufficio Visti, quindi non equiparerei le cose mettendole sullo
stesso piano. Comunque noi diamo un'attenzione prioritaria ai familiari che
possono scriverci via mail ed è vero che c'è magari qualche maggiore
incomprensione a livello nello scambio di mail (i cittadini italiani che chiedono
il visto per i loro congiunti scrivono fino a 20 mail prima di ricevere una
risposta), però è anche vero che siamo in contatto diretto col personale che
poi tratta la pratica e quindi questo è un vantaggio di per sé, mentre la
procedura di Almaviva è una procedura un po' più standard che facciamo per
gestire i numeri che altrimenti non sarebbero gestibili. Quindi il fatto che il
nostro personale arrivi comunque del tempo anche a rispondere ai nostri
connazionali che si trovano in determinate situazioni credo che a mio avviso
sia un qualcosa che vada riconosciuto. I tempi degli appuntamenti non li ho
visti nella fattispecie. Ho visto alcuni tempi qua da febbraio di casi che
comunque sono riusciti ad avere un appuntamento a breve. Sulla documentazione non
sono proprio espertissimo, però credo che comunque per avere una prima
valutazione da parte del personale che tratta i visti sulla qualità della
documentazione sia un vantaggio per il connazionale, perché comunque se
Almaviva fa una prima scrematura sulla documentazione, se ci arriva una
documentazione incompleta, per noi può essere anche un diniego di visto in
automatico con ovviamente la notifica entro dieci giorni. Però c’è comunque il
fatto che cerchiamo sempre di avere uno spirito collaborativo e di ottenere
tutte le informazioni necessarie per trattare il visto prioritariamente. È un
qualcosa che agevola il connazionale. Infine sulla questione dei minori mi
spiace, ma noi veramente applichiamo alla lettera l'articolo undici del codice
dei visti in cui al comma uno si dice che i minori presentano un modulo di
domanda firmato da una persona che esercita potestà genitoriale permanente o
temporanea o da tutore legale. Questo perché comunque è un qualcosa che avviene
in tutte le altre ambasciate che offrono visti Schengen. Quindi noi comunque ci
adeguiamo e siamo all'interno di un contesto in cui le nostre decisioni non
ricadono solo sul nostro Paese, ma impattano tutto lo spazio Schengen e quindi
noi, a mio avviso, non possiamo consegnare un visto che è un documento
importantissimo a una persona che non sia o il genitore o chi è il tutore
legale o chi comunque esercita la potestà genitoriale sulla questione. Guardate
che abbiamo sentito sia la direttrice della migrazione presso le autorità
locali sia un magistrato del tribunale dei minori, e non è sufficiente
un'autorizzazione, serve comunque un documento dal valore legale con cui anche
loro accettano e per il permesso di espatrio. Quindi su questo purtroppo non
possiamo transigere, perché ci sono responsabilità penali per noi come
funzionari nel caso dei minori. Noi non rilasciamo il visto al minore.
Rilasciamo il visto all’accompagnatore, quindi non possiamo veramente. A mio
avviso questa interpretazione letterale è corretta e non c'è l'intenzione di
assumersi rischi su una materia così delicata. L'attenzione da parte di Roma su
questo settore è ancora maggiore. Quindi non sono rischi che possiamo
assumerci. Tra l'altro siamo perfettamente in linea con quello che fanno gli
altri paesi Schengen, dalla Svizzera alla Germania, alla Francia, alla Spagna.
Se guardate tutti i loro formulari, richiedono le stesse nostre cose. Quindi
da parte nostra su questo non possiamo transigere.”
Secondo
intervento di Rodolfo Colaci:
“Forse mi sono
espresso male, nel senso che nel permesso di uscita non questo perché dimostra
perché ovviamente io non ho il suo background e mi affido anche molto di più ai
funzionari che sono da più tempo nell'ufficio visti e stanno trattando le
questioni con molta serietà, con più serietà e anche diciamo con un aggravio
sul loro lavoro quotidiano, che non fanno certo diciamo perché sono
appassionati alla persecuzione dei connazionali. Quello che intendevo dire è
distinguere un passaporto, un permesso di uscita, un permesso a risiedere
all'estero, perché in questo caso con questi visti, noi permettiamo a questi
minori di andare a risiedere permanentemente all'estero come ricongiungimento
familiare. Ed è in questi casi che ci è stato chiesto che la semplice
autorizzazione emessa presso un consolato estero non è sufficiente ed è una
cosa su cui noi ci siamo semplicemente allineati a quello che già richiedono
tutti gli altri Paesi Schengen. Quindi anche in questo caso noi non lo
riconosciamo sia perché le autorità ci hanno confermato che non è sufficiente
un'autorizzazione, ma che serve una sentenza, sia perché è una cosa che è in
linea con quanto chiesto dagli altri paesi Schengen. Veramente da parte nostra
c'è tutto lo spirito collaborativo. Non abbiamo intenzione di aggravare, però è
anche ragionevole che nel momento in cui c'è un minore non lo si equipari a un
bene immobiliare in cui con un atto notarile, non è la stessa cosa, cioè
parliamo di un pericolo di tratta dei minori. Ci sono reati penali in questi
casi. Io non posso rilasciare un visto a una persona che non abbia titolo
legale per farlo. È troppo pericoloso. E sul codice dei visti secondo
l'articolo undici letteralmente da presentare non è solo la firma ma si
presuppone una presenza. Non so se mi sono chiarito. Guarda che possiamo
continuare ad approfondire la questione assieme. Veramente da parte mia c'è
tutta l'intenzione però al tempo stesso è una materia troppo delicata che è già
costata molto a questa sede alla comunità e secondo me andiamo a infilarci in
un tunnel in cui non troviamo un'uscita e penalizziamo l'energia anche di tutta
la comunità inutilmente a mio avviso.”