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venerdì 13 ottobre 2017

Fuggi fuggi da Porto Rico. L’uragano Maria provoca un vero e proprio esodo. La Colombia rimpatria i suoi cittadini. Il consolato dominicano fa le ore piccole per rilasciare documenti di viaggio di emergenza.



Se ne vanno tutti! L’esodo che minaccia la ricostruzione di Porto Rico, l’isola devastata dal recente passaggio dell’uragano Maria. Si fanno lunghe ed estenuanti code per riuscire ad avere un po’ di benzina, soldi in contanti, e soprattutto ghiaccio, uno dei beni di lusso più pregiati e scarsi. Fanno la coda nel cuore della notte per avere un po’ di ghiaccio praticamente già diventato acqua. Con il caldo che fa non c’è acqua, non c’è cibo e ci vogliono da 6 a 8 ore per trovare un po’ di benzina. Per il ritorno alla normalità ci vorranno forse due anni.
Molte famiglie mandano i loro figli e gli anziani fuori dall’isola per le cure mediche i primi e perché non perdano l’anno scolastico i secondi. La gente si riversa negli aeroporti. C’è la ressa per salire sugli aerei, per andare via verso il continente per sfuggire a mesi senza corrente elettrica e senza servizi telefonici.
Molti vendono le loro macchine, abbandonano le loro case distrutte e lasciano le loro proprietà in mano ai parenti che rimangono. Alcuni pensano di ritornare più avanti mentre altri decidono di andare via per sempre.
Gli aeroporti portoricani sono diventati scenari di tristi congedi.
Nelle città con colonie di portoricani si preparano per il loro arrivo: Orlando, New York, Washington e ovunque negli Stati Uniti. Cercano di aiutarli a trovare un tetto, un lavoro, una scuola. Solo in Florida, che ha già una popolazione di un milione di portoricani, è previsto l’arrivo di oltre 100.000 persone nella zona di Orlando e nella Baia di Tampa.
Il calo demografico di Portorico già in atto viene ora accelerato da questo disastro naturale.
Il governo colombiano ha rimpatriato circa 400 suoi cittadini abitanti a Porto Rico e danneggiati dall’uragano Maria con un aereo delle Forze Armate colombiane, che ha già fatto due viaggi, grazie anche al fattivo supporto del Consolato di Colombia con sede a San Juan.
Molti dominicani si recano nel loro consolato alla ricerca del documento di viaggio di emergenza per ritornare al paese di origine perché il loro passaporto è andato smarrito o è stato distrutto dall’uragano.
La grande quantità di documenti scaduti, smarriti o distrutti ha fatto sì che il consolato si mantenesse operativo nonostante i suoi uffici non siano ancora agibili. Riceve il pubblico ora in un locale provvisorio al secondo piano di un edificio in un viale commerciale della capitale.

La gente continua a morire per causa dell’uragano. Ci sono già 48 morti. Muoiono perché non riescono a essere curati in ospedali senza corrente elettrica e senza medicine o a causa di malattie come la leptospirosi che si diffondono dopo le inondazioni.