Il centro di detenzione o Centro de Refugio rappresenta un adattamento mal riuscito di parte
delle strutture di un vecchio centro di vacanze convertite in prigione. Piccolí
bungalow di un villaggio turistico trasformati in carceri. Spazi stretti con le
inferriate fatti per accalcare detenuti senza installazioni sanitarie né
illuminazione adatta. Vi finiscono i detenuti delle retate per finalità di
deportazione senza che venga loro consentito a volte nemmeno di chiamare un
familiare o contattare un amico, un vicino di casa, il datore di lavoro o un
avvocato che possa difendere i loro diritti incluso quello di una deportazione
senza vessazioni umilianti.
Una volta che gli immigrati illegali vengono arrestati
durante le retate da parte della DGM, questi vengono trasferiti nel Centro
senza che importi più di tanto la loro reale condizione migratoria, né l'età, né
il sesso. Molti di loro sono stranieri senza documenti o con permessi di
soggiorno scaduti. Ci sono tanti però che hanno i loro passaporti con il visto
dominicano ancora vigente. Ci sono stati casi addirittura di detenzione forzata
di dominicani di ascendenza haitiana per finalità di deportazione, discriminati
per il loro aspetto fisico o per l'accento.
Gli immigrati in attesa di espulsione dal paese vengono
radunati in questo centro. Possono esserci anche 200 di loro in uno spazio molto
ridotto, non disegnato a questo scopo e nemmeno per questo numero di persone.
Di regola ci sono solo un paio di materassi sul pavimento a disposizione dei
reclusi.
Il cibo che viene somministrato è di bassa qualità
per cui un grande numero di immigrati lo considera non adeguato al consumo
umano e preferisce patire la fame durante i giorni di privazione della libertà.
L'infrastruttura sanitaria consiste di un idrante che viene passato attraverso
la finestra e i water sono inesistenti. Non esiste nemmeno l'attenzione medica
sul posto.
Le detenzioni avvengono di regola nel corso di retate operate
dalla DGM con l'appoggio militare e della polizia presso i terminal di
trasporto urbano e interurbano, nei mercati e nelle piazze commerciali nonché nelle
zone dove si eseguono costruzioni edilizie in cui lavorano molti immigrati haitiani. Vengono fatte detenzioni
anche nei poli turistici.
Durante le retate non esistono servizi di assistenza
legale e vengono imposte delle limitazioni ingiustificate all’esercizio del
diritto di chiamata. Le detenzioni vengono eseguite senza ordine giudiziale e
si prolungano oltre il termine costituzionale di 48 ore. Agli avvocati e ai
familiari non è consentita l'entrata al centro di detenzione. Non vengono
tenuti registri delle persone detenute, né di quelle deportate o rilasciate.
Gli immigrati illegali trasferiti nel Centro vi
possono rimanere tra uno e nove giorni.
Spesso una marea di “buscones” si trova nelle vicinanze
del centro. I “buscones” servono da intermediari per la liberazione dei
detenuti. È come se la loro intermediazione venisse favorita per la
negoziazione della libertà degli immigrati illegali.
In poche parole: un inferno nel quale non bisognerebbe
mai rischiare di andare a finire!