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domenica 15 ottobre 2017

Il centro di detenzione di cittadini stranieri illegali a Haina o Centro de Refugio: l’anticamera dell’inferno…




Il centro di detenzione o Centro de Refugio rappresenta un adattamento mal riuscito di parte delle strutture di un vecchio centro di vacanze convertite in prigione. Piccolí bungalow di un villaggio turistico trasformati in carceri. Spazi stretti con le inferriate fatti per accalcare detenuti senza installazioni sanitarie né illuminazione adatta. Vi finiscono i detenuti delle retate per finalità di deportazione senza che venga loro consentito a volte nemmeno di chiamare un familiare o contattare un amico, un vicino di casa, il datore di lavoro o un avvocato che possa difendere i loro diritti incluso quello di una deportazione senza vessazioni umilianti.
Una volta che gli immigrati illegali vengono arrestati durante le retate da parte della DGM, questi vengono trasferiti nel Centro senza che importi più di tanto la loro reale condizione migratoria, né l'età, né il sesso. Molti di loro sono stranieri senza documenti o con permessi di soggiorno scaduti. Ci sono tanti però che hanno i loro passaporti con il visto dominicano ancora vigente. Ci sono stati casi addirittura di detenzione forzata di dominicani di ascendenza haitiana per finalità di deportazione, discriminati per il loro aspetto fisico o per l'accento.
Gli immigrati in attesa di espulsione dal paese vengono radunati in questo centro. Possono esserci anche 200 di loro in uno spazio molto ridotto, non disegnato a questo scopo e nemmeno per questo numero di persone. Di regola ci sono solo un paio di materassi sul pavimento a disposizione dei reclusi.
Il cibo che viene somministrato è di bassa qualità per cui un grande numero di immigrati lo considera non adeguato al consumo umano e preferisce patire la fame durante i giorni di privazione della libertà. L'infrastruttura sanitaria consiste di un idrante che viene passato attraverso la finestra e i water sono inesistenti. Non esiste nemmeno l'attenzione medica sul posto.
Le detenzioni avvengono di regola nel corso di retate operate dalla DGM con l'appoggio militare e della polizia presso i terminal di trasporto urbano e interurbano, nei mercati e nelle piazze commerciali nonché nelle zone dove si eseguono costruzioni edilizie in cui lavorano molti immigrati haitiani. Vengono fatte detenzioni anche nei poli turistici.
Durante le retate non esistono servizi di assistenza legale e vengono imposte delle limitazioni ingiustificate all’esercizio del diritto di chiamata. Le detenzioni vengono eseguite senza ordine giudiziale e si prolungano oltre il termine costituzionale di 48 ore. Agli avvocati e ai familiari non è consentita l'entrata al centro di detenzione. Non vengono tenuti registri delle persone detenute, né di quelle deportate o rilasciate.
Gli immigrati illegali trasferiti nel Centro vi possono rimanere tra uno e nove giorni.
Spesso una marea di “buscones” si trova nelle vicinanze del centro. I “buscones” servono da intermediari per la liberazione dei detenuti. È come se la loro intermediazione venisse favorita per la negoziazione della libertà degli immigrati illegali.

In poche parole: un inferno nel quale non bisognerebbe mai rischiare di andare a finire!