Ma non tutto quello che luccica è oro e al Fatto Quotidiano
interessano le accuse, non importa se dimostrabili o meno, se vere o false. Bisogna
dare in pasto ai lettori il Pane Quotidiano, lo scandalo di ogni giorno, qualcuno
da additare, da vituperare. E ora questi lettori esultano mentre si sdegnano,
leggendo sul Fatto Quotidiano l’articolo relativo al libro di Calogero di Gesù,
un ambasciatore in pensione che mette alla gogna la categoria degli ex colleghi.
Ma le accuse vanno verificate!
500 pagine con molte inesattezze e menzogne più o meno
eclatanti. Il titolo completo dell’opera è: “Dietro le quinte della Farnesina,
cinquant’anni di illegalità, sperperi e intrallazzi al Ministero degli Esteri”.
E qui c’è già qualche falsità. Non si tratta di cinquant’anni, ma di circa otto
anni e cioè da quando il premier “tecnico” Mario Monti ha accolto nella
Farnesina i vertici della Comunità di Sant’Egidio, l’ONU di Trastevere, Andrea
Riccardi, il suo fondatore, nella veste di ministro della Cooperazione internazionale
e il suo delfino Mario Giro. Da quel momento il Ministero degli Esteri viene sottoposto
al controllo diretto dei globalizzatori. Chi c’è veramente dietro le quinte
della Farnesina? Chi c’è dietro Mario Monti? La risposta è nota a tutti: i globalizzatori,
Wall Street, Rotschild, Soros, il Gruppo Bildenberg.
La parola d’ordine da allora è smantellare la rete
diplomatica, distruggere lo sbocco naturale all’estero del nostro Made in Italy
e delle commesse internazionali delle nostre imprese, scoraggiare i nostri
emigrati e gli oriundi dall’esercizio della cittadinanza italiana, ridurre all’osso
i fondi della rete diplomatica per indirizzarli alla cooperazione
internazionale, al finanziamento per miliardi, oltre il 60% del budget del
MAECI, a fondo perduto a favore di paesi del terzo mondo, tra i quali spiccano
come destinatari di decine di milioni di euro otto tra i paesi più corrotti del
mondo.
Certo di queste cose non si fa cenno nel libro di Calogero
di Gesù. E nemmeno del conflitto di interessi esistente da otto anni alla
Farnesina con la Comunità di Sant’Egidio, l’ONU di Trastevere, un doppione in
chiave non italiana della Cooperazione Internazionale. Non italiana perché non
rispondente agli interessi dell’Italia.
Una strategia seguita con persistenza e corredata
costantemente da dichiarazioni dei sottosegretari, viceministri e ministri
puntualmente smentite dai fatti e da altre dichiarazioni opportunistiche che
fanno di regola poi esattamente la stessa fine. Tra coloro che affermano
qualcosa che poi smentiscono non una ma più volte eccelle la figura dell’attuale
viceministro Mario Giro al quale viene riservato il ruolo di protagonista assoluto
nel sottocapitolo del libro che riguarda la Repubblica Dominicana.
500 pagine di informazioni spesso per sentito dire e non
verificate, secondo uno stile da barbiere di quartiere. La sua fonte preferita:
articoli pubblicati online scandalistici e non sostenuti da fatti concreti e
dimostrabili. Come fa un diplomatico di carriera a non sapere che i visti
rilasciati in Brasile erano inferiori a quelli della RD perché i brasiliani non
avevano allora come ora bisogno del visto Schengen?
E questo libro viene pubblicato in un’epoca sospetta perché
le elezioni sono vicine…
Ma cui prodest? Chi risulta avvantaggiato da questo attacco
alla categoria dei diplomatici sferrato dall’ambasciatore in pensione Calogero
Di Gesù?
Innanzitutto giova alle forze politiche responsabili di
quanto combinato dalla Farnesina negli ultimi otto anni e che ora dopo aver
quasi distrutto la rete diplomatica si devono ripresentare alle elezioni e
vorrebbero il voto degli italiani residenti all’estero.
I diplomatici e gli impiegati di ruolo non sono i padroni
delle risorse. Hanno semplicemente bisogno di essere messi nelle condizioni di
svolgere il loro lavoro. Invece in questo libro si vuole capovolgere l’evidente
realtà: il subalterno sarebbe responsabile perché spreca, perché intrallazza.
Cosa vuoi che sprechi o che intrallazzi se non gestisce i fondi?
Qualcuno si chiedeva recentemente con che faccia i
parlamentari del PD si sarebbero ripresentati ai loro elettori per riavere il
loro voto. La risposta è semplice, con una faccia in qualche modo pulita. E a
cosa serve questo libro se non proprio a tale scopo, a distogliere l’attenzione
dai politici, focalizzandola sulla categoria dei diplomatici?