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domenica 1 ottobre 2017

“Dietro le quinte della Farnesina”. Ecco il libro al quale fa riferimento il Fatto Quotidiano in un suo articolo di ieri e che rivolge pesanti accuse alla categoria dei diplomatici



Ma non tutto quello che luccica è oro e al Fatto Quotidiano interessano le accuse, non importa se dimostrabili o meno, se vere o false. Bisogna dare in pasto ai lettori il Pane Quotidiano, lo scandalo di ogni giorno, qualcuno da additare, da vituperare. E ora questi lettori esultano mentre si sdegnano, leggendo sul Fatto Quotidiano l’articolo relativo al libro di Calogero di Gesù, un ambasciatore in pensione che mette alla gogna la categoria degli ex colleghi. Ma le accuse vanno verificate!
500 pagine con molte inesattezze e menzogne più o meno eclatanti. Il titolo completo dell’opera è: “Dietro le quinte della Farnesina, cinquant’anni di illegalità, sperperi e intrallazzi al Ministero degli Esteri”. E qui c’è già qualche falsità. Non si tratta di cinquant’anni, ma di circa otto anni e cioè da quando il premier “tecnico” Mario Monti ha accolto nella Farnesina i vertici della Comunità di Sant’Egidio, l’ONU di Trastevere, Andrea Riccardi, il suo fondatore, nella veste di ministro della Cooperazione internazionale e il suo delfino Mario Giro. Da quel momento il Ministero degli Esteri viene sottoposto al controllo diretto dei globalizzatori. Chi c’è veramente dietro le quinte della Farnesina? Chi c’è dietro Mario Monti? La risposta è nota a tutti: i globalizzatori, Wall Street, Rotschild, Soros, il Gruppo Bildenberg. 
La parola d’ordine da allora è smantellare la rete diplomatica, distruggere lo sbocco naturale all’estero del nostro Made in Italy e delle commesse internazionali delle nostre imprese, scoraggiare i nostri emigrati e gli oriundi dall’esercizio della cittadinanza italiana, ridurre all’osso i fondi della rete diplomatica per indirizzarli alla cooperazione internazionale, al finanziamento per miliardi, oltre il 60% del budget del MAECI, a fondo perduto a favore di paesi del terzo mondo, tra i quali spiccano come destinatari di decine di milioni di euro otto tra i paesi più corrotti del mondo.
Certo di queste cose non si fa cenno nel libro di Calogero di Gesù. E nemmeno del conflitto di interessi esistente da otto anni alla Farnesina con la Comunità di Sant’Egidio, l’ONU di Trastevere, un doppione in chiave non italiana della Cooperazione Internazionale. Non italiana perché non rispondente agli interessi dell’Italia.
Una strategia seguita con persistenza e corredata costantemente da dichiarazioni dei sottosegretari, viceministri e ministri puntualmente smentite dai fatti e da altre dichiarazioni opportunistiche che fanno di regola poi esattamente la stessa fine. Tra coloro che affermano qualcosa che poi smentiscono non una ma più volte eccelle la figura dell’attuale viceministro Mario Giro al quale viene riservato il ruolo di protagonista assoluto nel sottocapitolo del libro che riguarda la Repubblica Dominicana.
500 pagine di informazioni spesso per sentito dire e non verificate, secondo uno stile da barbiere di quartiere. La sua fonte preferita: articoli pubblicati online scandalistici e non sostenuti da fatti concreti e dimostrabili. Come fa un diplomatico di carriera a non sapere che i visti rilasciati in Brasile erano inferiori a quelli della RD perché i brasiliani non avevano allora come ora bisogno del visto Schengen?
E questo libro viene pubblicato in un’epoca sospetta perché le elezioni sono vicine…
Ma cui prodest? Chi risulta avvantaggiato da questo attacco alla categoria dei diplomatici sferrato dall’ambasciatore in pensione Calogero Di Gesù?
Innanzitutto giova alle forze politiche responsabili di quanto combinato dalla Farnesina negli ultimi otto anni e che ora dopo aver quasi distrutto la rete diplomatica si devono ripresentare alle elezioni e vorrebbero il voto degli italiani residenti all’estero.
I diplomatici e gli impiegati di ruolo non sono i padroni delle risorse. Hanno semplicemente bisogno di essere messi nelle condizioni di svolgere il loro lavoro. Invece in questo libro si vuole capovolgere l’evidente realtà: il subalterno sarebbe responsabile perché spreca, perché intrallazza. Cosa vuoi che sprechi o che intrallazzi se non gestisce i fondi?

Qualcuno si chiedeva recentemente con che faccia i parlamentari del PD si sarebbero ripresentati ai loro elettori per riavere il loro voto. La risposta è semplice, con una faccia in qualche modo pulita. E a cosa serve questo libro se non proprio a tale scopo, a distogliere l’attenzione dai politici, focalizzandola sulla categoria dei diplomatici?