Quanti sono gli iscritti all’AIRE? Non lo si sa ancora. Il segreto meglio
custodito. Ora per giustificare l’insufficienza del personale si è passati
dalla mancanza di soldi alla “colpevolizzazione” dei connazionali che pur vivendo
qui non si iscrivono all’AIRE.
Un obbligo di legge che viene violato, ma da chi? Perché l'ambasciata ostacola di fatto questa iscrizione.
Un obbligo di legge che viene violato, ma da chi? Perché l'ambasciata ostacola di fatto questa iscrizione.
Sulla mancanza di fondi abbiamo capito che si scherzava. Infatti, il giovane
ambasciatore che tale non è perché non ha l’età per esserlo, si è rivolto a un
gruppo di parlamentari dominicani con la valigia piena di progetti di regalie
della Cooperazione Internazionale. Intende recarsi in tutte le province. E i
fondi ci saranno sicuramente. E allora? Allora se non si può dire che i soldi
non ci sono c’è pur sempre la scappatoia della colpevolizzazione. «Cinquantamila
residenti? Sì ma le persone iscritte all’AIRE sono “menine”». E tanti hanno
capito 9.000. In realtà non ha fatto cifre e si è dilungato sulla storia dei 50.000,
40.000, 60.000 ecc., menando come si suol dire il can per l’aia, per mettere il
dito sulla piaga: il personale è proporzionale al numero di residenti iscritti.
Tra i presenti ci sono tanti che giurano che ha detto che sono 9.000 gli
iscritti. Se così fosse l’ambasciatore avrebbe sostenuto il falso. Infatti,
nell’Annuario Statistico della Farnesina, l'ambasciata di Panama figura alla
fine del 2016 con 19.320 iscritti AIRE. Tra questi anche i residenti della
Repubblica Dominicana. Dopo la scissione a seguito della riapertura,
l'ambasciatore Apicella di Panama ha dichiarato che gli iscritti erano aumentati
e che il loro numero aveva raggiunto la cifra di 9.000. Si riferiva forse all’esodo
di italo-venezuelani. Infatti alla fine del 2014 a Panama il numero degli
iscritti AIRE non superava i 6.000. È chiaro che facendo una semplice
sottrazione ci ritroveremmo con oltre 10.000 iscritti AIRE nella nostra
circoscrizione. Invece da informazioni che ricevevo regolarmente mi risulta che
l'anno scorso la cifra di 11.000 era già stata raggiunta. Oggi con l'afflusso di
italo-venezuelani di cui abbiamo avuto concreti riferimenti in precedenti
incontri con i responsabili dell’ambasciata, la cifra di 11.000 dovrebbe essere
stata superata. Del resto fa sorridere il tentativo di colpevolizzazione del
giovane diplomatico di coloro che non si iscrivono all’AIRE e dell’assenso e
supporto che ha trovato in tanti connazionali. In realtà oggi sono in forza
secondo sue affermazioni dirette due impiegati di ruolo agli sportelli, un
impiegato di ruolo adibito all'archivio e alle notifiche e un impiegato di
ruolo adibito alla contabilità e alla logistica. Non ci sono impiegati a
contratto. Il diplomatico Mauro Livio Spadavecchia è rimasto e a quanto pare
non andrà via. Sono in forza pertanto due diplomatici.
Con 8.000 iscritti AIRE prima della chiusura avevamo 5 impiegati di ruolo e
13 impiegati a contratto. Quindi non occorre disturbare i residenti non
iscritti per giustificare alcunché. E se il dott. Canepari si guardasse in giro
nell'Area del Centro America, esaminando l’Annuario Statistico, troverebbe che
l'ambasciata con il numero di gran lunga maggiore di iscritti AIRE è quella di
Santo Domingo ed è anche quella con il personale in forza meno numeroso. Ad
esempio Cuba con circa 4.000 iscritti ha ben 9 impiegati di ruolo, 12 impiegati
a contratto e addirittura due diplomatici. Noi per il momento li raggiungiamo solo
limitatamente a questi ultimi. Quindi si denota tanta sufficienza e
superficialità da parte del nostro ambasciatore. C’è da rilevare che le
iscrizioni AIRE sono bloccate eppure il Canepari ammette che si tratta di un
obbligo di legge. A senso unico per i connazionali? Non sarà un obbligo di
legge anche quello dell’ambasciata di consentire in breve tempo l’iscrizione?
Ma il blocco delle iscrizioni AIRE ha un altro scopo. Le vere dimensioni
della nostra circoscrizione a quanto pare devono essere tenute nascoste.
Evidentemente con la legislatura agli sgoccioli la Farnesina vuole fare una
di quelle sue manovre non trasparenti che la contraddistinguono. I fondi da
stanziare a Santo Domingo andranno alla Cooperazione Internazionale, altri alle
spese di locazione e sistemazione dei nuovi locali. Alla dotazione di personale
in grado di smaltire gli arretrati e di erogare servizi consolari in tempi
ragionevoli poco e niente!
C'è del personale in arrivo? Le soluzioni nel futuro si sono rivelate finora
deludenti. Le promesse non vengono adempiute, soprattutto quando ci sono degli
interessi ben precisi e questi incominciano un po’ alla volta a emergere.