Oltre 3,5 milioni di persone transitano
quotidianamente per le strade del Gran Santo Domingo. Un viaggio che
normalmente richiederebbe qualche minuto può comportare ore di faticoso
avanzamento a passo d’uomo con le temperature tropicali: una vera e propria sfida
per la salute mentale di conducenti e passeggeri.
Se la situazione è insopportabile per noi che ci
viviamo, figuriamoci per coloro che si trasferiscono qui per lavoro, come ad
esempio i diplomatici e i funzionari delle ambasciate. Tant’è che ha sorpreso
non tanto tempo fa l’intervento dell’ambasciatore della Francia con dei
suggerimenti a mezzo stampa per porre rimedio a questa situazione e in un’intervista
rilasciata a un giornale locale ha sostenuto che si dovrebbe limitare il
transito veicolare, altrimenti la città si sarebbe paralizzata. Una soluzione
scontata, ma la disperazione a volte gioca brutti scherzi anche a coloro che,
come i diplomatici, dovrebbero essere maestri dell’autocontrollo.
2,5 milioni di persone si spostano con i mezzi pubblici
e un milione con le loro autovetture: una bolgia infernale.
Ci sono poi i conducenti di autobus e di
autoarticolati dalla guida spericolata, i rottami su quattro ruote per il
servizio di tassì a fermata (concho) e tanti veicoli in giro che creano
ingorghi da incubo sulle strade e sui viali.
Il trasporto urbano è sicuramente il principale
problema del Gran Santo Domingo.
Attualmente la Metropolitana di Santo Domingo trasporta
non meno di 260.000 persone al giorno.
Quando le scuole sono aperte il numero aumenta a 290.000. L’imminente inaugurazione
della linea 2B della Metropolitana che unisce la zona orientale alla capitale aumenterà
consistentemente questa cifra.
La capacità del sistema della teleferica è di 3.000
persone per ora e per senso di marcia con una velocità del cavo di 18 km/h e
215 cabine con la capienza di dieci persone sedute.
Tra qualche mese inizierà inoltre il processo di
sostituzione dei rottami adibiti a tassì
a fermata.
Si prospettano dei miglioramenti. Speriamo che questi
soddisfino tutti anche il corpo diplomatico di stanza nella capitale
dominicana.
Intanto il nostro ambasciatore di questi ingorghi
perenni non ne risentirà tanto. La nuova sede dell’ambasciata infatti e la sua
residenza sono poco distanti, separate soltanto da un semaforo.