A quanto pare quest’anno non avremo l’annuario
statistico della Farnesina. Si è sempre redatto e pubblicato dall’inizio del
secolo. È sempre servito da punto di
riferimento per conoscere l’andamento degli affari esteri: dipendenti in forza
nelle ambasciate e nelle sedi diplomatiche, iscritti AIRE, passaporti
rilasciati, italiani carcerati, fondi erogati ai paesi in via di sviluppo…
Quest’anno però nemmeno l’ombra.
Se ne sono andati i cattivi gestori di sempre.
Coloro che hanno distrutto la rete consolare, che hanno creato disagio
dappertutto agli italiani della diaspora con un risparmio fasullo che non
trovava riscontro nell’altra faccia del MAECI e cioè nella Cooperazione
internazionale.
Se ne sono andati coloro che hanno elargito a piene
mani soldi in contanti o quasi senza effettuare controlli di sorta a destra e a
manca nel mondo, ai paesi in via di sviluppo, anche a otto tra i dieci più
corrotti in assoluto. Difficile pensare che lo abbiano fatto ingenuamente.
Anche un bambino capisce che se dai i soldi in mano ai ladri questi vanno a
finire da tutt’altra parte. Anche magari nelle tasche dei nostri stessi funzionari.
E perché no? Non lo si può dire, ma lo si può pensare e a pensare male ci si
azzecca sempre o quasi.
Se ne sono andati coloro che hanno privatizzato
servizi consolari redditizi per devolverli in outsourcing a società con sede
nei paradisi fiscali, dove non è possibile sapere niente sull’assetto
societario, sui redditi incassati e sulla loro distribuzione.
Se ne sono andati, ma sono lì nei dintorni. Intanto
il vice ministro Mario Giro è tornato alla Comunità di Sant’Egidio, l’ONU di
Trastevere e può perlustrare ancora le zone che durante questi anni sono state
maggiormente favorite dalla Cooperazione internazionale, fregiandosi del
nomignolo con il quale è più conosciuto: Mario Africa.
Il ministro Alfano invece ha aderito al più
importante e ricco studio legale internazionale italiano, Bonelli Erede, 148
milioni di euro di fatturato nel 2016. Alfano farà parte di un focus team
dedicato a Public International Law & Economic Diplomacy, con un interesse
specifico su Africa e Medio Oriente.
Né Giro né Alfano si sono allontanati dalle cose
della Farnesina. Qualche vantaggio ci sarà o no?
Intanto però l’Annuario non c’è e a quanto pare non ci sarà nemmeno.
Ma ci troviamo nel pieno dei lavori di redazione della
legge di bilancio per il 2019. Ed è all’interno della Farnesina che si decide
quanti soldi devono essere destinati alla rete diplomatica e quanti alla
collaborazione internazionale.
Ma l’attuale ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi
ha già sollevato polemiche dichiarando che: “I migranti di oggi sono come gli
italiani che emigravano”.
Non si vede quindi un grande cambiamento all’orizzonte
almeno per quel che riguarda una diversa destinazione dei fondi tra MAE e CI.
E se non ci saranno soldi per la rete diplomatica la
situazione non cambierà granché dal punto di vista dei servizi e nemmeno per
quanto riguarda la posizione dei diplomatici la maggior parte politicizzati e
filo PD, indifferenti quindi alle esigenze dei connazionali.
Ma se l’Annuario non verrà pubblicato quest’anno lo
si dica e si spieghino i motivi.
Sono chiarimenti che spettano di diritto agli italiani
residenti all’estero e agli organismi che li rappresentano, soprattutto a
questi che però brillano per la loro assenza…