L’uragano San Zenón è entrato a Santo Domingo 85
anni fa, alle due del pomeriggio, il 3 settembre del 1930, colpendo la città
con raffiche di vento violente e piogge torrenziali.
Fu uno degli uragani più distruttivi in assoluto nella
storia della Repubblica Dominicana perché attraversò il centro della capitale
dove a quel tempo la maggior parte delle case era costruita in legno di palma
con tetti di zinco.
Lasciò un bilancio di quattromila morti e 20 mila
feriti, provocando ingenti danni dappertutto.
La tragedia è stata maggiore a causa del basso
livello di istruzione della popolazione, che ha motivato molti a uscire per la
strada credendo che il pericolo fosse passato, ignorando che si trovavano nel
mezzo dell'occhio dell'uragano, con una calma temporanea. Invece quando meno la
gente se lo aspettava c’è stato un successivo ritorno delle raffiche di vento
con intensità uguale o addirittura maggiore.
Solo da due settimane si trovava al potere il
presidente Rafael Leónidas Trujillo, la cui dittatura sarebbe stata prolungata
con la forza della repressione per 30 anni.
Quel pomeriggio grigio, i venti cominciarono ad
aumentare, erano forti e persistenti, le famiglie restavano allo scoperto, gli
animali volavano sui tetti e svolazzavano in giro come pezzi di carta, gli
alberi venivano sradicati e gli scrosci di pioggia non si arrestevano.
All'alba, lo scenario era devastante e traumatico,
soprattutto per coloro che avevano dubitato che l’uragano sarebbe arrivato. La
popolazione era rimasta incredula davanti agli avvisi meteorologici e la
conseguenza di questo scetticismo è stato un maggior numero di vittime e di
danni. Le perdite economiche furono ingenti e lasciarono il paese sommerso in
una povertà estrema.
I quartieri del Gran Santo Domingo maggiormente
devastati furono Villa Duarte, Villa Francisca, Ciudad Nueva e Gazcue.
I cadaveri e i feriti si trovavano sparsi tra le
macerie, altri che si erano rifugiati in cisterne furono trovati annegati dalle
piogge torrenziali.
Dopo qualche mese i morti diventarono 8.000. Furono
sotterrati in gran parte nella Plaza de la Colombina.
La città rimase senza luce, senza acqua e senza alimenti
per diverso tempo.
I danni provocati dall'uragano San Zenón vengono
ancora ricordati, principalmente a causa del gran numero di vittime e delle
condizioni disastrose in cui rimase la città.
Benché San Zenón fosse un uragano di categoria 2 e benché
altri uragani di maggiore intensità colpirono il paese nel secolo scorso, come
David (1979), di categoria 5, e Georges (1998), di categoria 3, nessuno provocò
tanti danni alla città di Santo Domingo come San Zenón.