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domenica 6 febbraio 2022

Né i vestiti né il taglio di capelli sono sufficienti per parlare del profilo sospetto



Il portavoce della polizia assicura che non giudicano nessuno dal loro abbigliamento

Per il politologo Daniel Pou, la Polizia Nazionale deve lavorare di più sull’intelligence criminale e non orientare le sue iniziative «su istinto o presunzione», visto che nella regione orientale la polizia in divisa detiene persone con cappucci e occhiali, indumenti che sono stati associati al presunto profilo sospetto di cittadini che commettono atti contrari alla legge.

Secondo l’esperto in sicurezza dei cittadini, “quando si parla di profilo sospetto, in termini generali, si commette un oltraggio”. Né l’abbigliamento né lo stile del taglio di capelli né il modo di parlare sono elementi sufficienti per parlare di un profilo sospetto.

 «Il profilo sospetto si verifica solo in determinate circostanze, in cui una persona, per alcuni elementi che la contestualizzano, è legata a un reato, non a reati generali, ma a un reato», ha affermato lo specialista consultato.

Questo tipo di detenzione costituisce una violazione dei diritti dovuta alla privazione della libertà senza l’esistenza di elementi coerenti.

Il portavoce della polizia ha affermato che la polizia nazionale non giudica nessuno dai vestiti che indossa.

Ha ricordato che a La Romana sono stati registrati tre casi, già risolti, in cui dei malviventi hanno perpetrato diversi atti criminali e che alcuni degli imputati indossavano ogni volta cappucci e passamontagna.

Ha ribadito che “non discriminiamo nessuno”. Se si osserva che ci sono persone con cappuccio, passamontagna, occhiali che sono in giro per una zona, le autorità sono obbligate a fermarle per vedere se sono alla ricerca di qualcuno per commettere un crimine.