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venerdì 25 marzo 2022

Brogli elettorali ed etica

 



Adriano Cario è decaduto dalla carica di senatore. Eppure c’era già chi cantava vittoria. In particolare coloro che da questi brogli hanno tratto immenso profitto, inserendo il senatore contestato, subito dopo le elezioni, nella loro squadra politica.

E sul giornale vicino al MAIE, ItaliaChiamaItalia, si sosteneva a seguito della delibera favorevole della Giunta per le elezioni del senato che “Adriano Cario conserverà il suo seggio mentre Fabio Porta continuerà a rimanere fuori dal Palazzo”. Il senatore oriundo invece ha fatto ritorno a casa sua in Argentina umiliato ma con le tasche piene di soldi per i compensi abusivamente ricevuti che non dovrà restituire.

Umiliati? Niente paura! Si tratta di soggetti ben temprati che affrontano a viso aperto qualunque smascheramento della loro natura che è quella di sfruttare al massimo furbescamente le occasioni che si presentano nel mondo della politica.

Chi trae beneficio da un furto è un ricettatore e sappiamo che almeno in Italia, la ricettazione è punita più severamente del furto. I brogli con sottrazione di schede al legittimo destinatario e compilazione abusiva in numero talmente elevato da portare un candidato in parlamento non solo equivalgono a un furto, ma, forse, lo superano per gravità. E siccome la perpetrazione di questo reato implica la partecipazione di più persone non sarebbe da escludere nemmeno l’esistenza di un’associazione a delinquere.

Il Senatore Ricardo Merlo con l’adesione immediata di Cario al MAIE è riuscito ad ottenere l’importante carica di sottosegretario agli esteri che ha mantenuto per oltre due anni. Diciamo che Cario “puzzava” di brogli, ma se sei un dritto, un “piola” come dicono in Argentina, ti turi il naso e vai avanti come se niente fosse.

Fin dall’inizio, gli scrutatori del PD e di altri partiti, come il MAIE, avevano riscontrato possibili irregolarità negli scrutini e di questo ci sono testimonianze a bizzeffe.

Adriano Cario non ha occupato una poltrona durante questi anni e basta. È stato, con l’adesione immediata al Maie, una sorta di ingaggio, un protagonista importante degli equilibri politici italiani.

La coalizione gialloverde e quella giallorossa sono state possibili grazie a maggioranze risicate dell’ultimo minuto. E il Maie ha rappresentato con i suoi due senatori, Merlo e Cario, una specie di ago della bilancia.

In politica si dice che, ricordando Machiavelli, il fine giustifica i mezzi e l’italo-argentino Ricardo Merlo è sicuramente un maestro in questo. Non ha dubitato un instante ad accogliere nelle sue file Adriano Cario e si è proposto come “comodino” per qualunque coalizione gli assicurasse l’ambita carica di sottosegretario agli esteri e altri vantaggi di qualunque tipo e per queste cose in politica per chi è nella stanza dei bottoni c’è l’imbarazzo della scelta.