La giornata lavorativa domestica non potrà essere
superiore a otto ore giornaliere, né superiore a 44 ore settimanali.
Per quanto riguarda la retribuzione, questa non
potrà essere inferiore alla retribuzione minima per tale settore dettata dal
Comitato Nazionale per le Retribuzioni e, inoltre, si applicheranno gli
articoli da 177 a 191 del Codice del Lavoro, in relazione alle ferie.
L'articolo 177 del Codice del lavoro stabilisce che
il datore di lavoro ha l'obbligo di concedere a ciascun lavoratore un periodo
di ferie di 14 giorni lavorativi con retribuzione.
I lavoratori domestici avranno diritto al pagamento
anticipato del preavviso in caso di licenziamento, al quale si accederà secondo
le regole stabilite dal Codice del lavoro, così come per le altre tipologie di
lavoratori.
La risoluzione prevede inoltre che il Consiglio
nazionale di previdenza sociale stabilisca il meccanismo affinché i lavoratori
domestici possano essere iscritti alla previdenza sociale.
Secondo i dati della Banca Centrale, a dicembre 2021
il numero delle donne impegnate nel lavoro domestico ammontava a 239.022,
mentre quello degli uomini a 20.216, per un totale di 239.022 occupati nel
settore.
“Lavoriamo da mesi su questa disposizione affinché
il settore domestico, composto per la maggior parte da donne, possa contare
sulla garanzia dei propri diritti fondamentali, sanciti dalla Costituzione e in
ottemperanza al mandato della Convenzione 189 dell'Organizzazione
Internazionale del Lavoro (ILO)", ha affermato il ministro De Camps.