Esattamente un anno fa l’avvocato Carlo Ferraris di
Casale Monferrato in provincia di Alessandria è stato arrestato qui a Santo
Domingo.
È giunto nella Repubblica Dominicana ancora
adolescente insieme alla famiglia nel 1988. Si è laureato in Giurisprudenza nel
1997 ed ha esercitato fino ad oggi la professione di avvocato. Costituiva e
cedeva società, le cosiddette società di cassetto, che chi li acquista le può
fare operare subito negli ambiti più svariati. Un'attività normale per un
avvocato, non nella Repubblica Dominicana, però.
Uno degli acquirenti delle sue società si è visto
coinvolto in un caso legato al terrorismo e al lavaggio di denaro sporco. Tanto
è bastato per farlo arrestare. È stato recluso in carcere dove ha trascorso due
mesi “passati in cella in condizioni che violano i diritti umani” scrive in una
lettera all'ambasciatore Queirolo Palmas, “e il resto agli arresti domiciliari.
È un anno che sono sottomesso a misure cautelari senza avere il Pubblico
Ministero dominicano dato accesso al dossier sebbene gli sia stato ordinato dal
giudice e, soprattutto, senza avere presentato un'accusa contro di me, di mia
moglie e della mia impiegata”.
A Carlo Ferraris è stato notificato anche,
nonostante non sia stato ancora formalizzato un capo d’imputazione, un provvedimento
di sequestro di beni mobili e immobili e probabilmente è qui che sta l’inghippo:
vogliono appropriarsi dei suoi beni? A pensar male ci si azzecca sempre!
Non è il primo caso, del resto, di un italiano che
subisce un trattamento giudiziario irregolare. Nel settore della Giustizia si
cristallizzano i soliti “vizi” e poi per chi è straniero, anche se
naturalizzato, la situazione peggiora. Provare per credere!