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mercoledì 9 marzo 2022

Muore Cristian Perier, il giovane ferito dalla polizia a San Cristóbal

 



Martedì notte è morto Cristian Perier, il 19enne colpito al collo da un agente della Polizia Nazionale (PN) domenica scorsa a San Cristóbal.

Secondo un testimone dell'accaduto, il 19enne si trovava nella sua vettura parcheggiata con la sua compagna in una strada del settore La Suiza della suddetta provincia, quando i poliziotti hanno bussato con forza sul vetro.

La reazione del giovane, "che pensava che si trattasse di una rapina", è stata quella di avviare l'auto ed è stato inseguito dai membri delle forze dell'ordine.

Secondo il testimone, vedendo che la strada non aveva via d'uscita, la sua compagna gli ha detto di tornare indietro ed è allora che uno degli agenti che li stavano inseguendo ha sparato al collo allo studente di Ingegneria dei Sistemi che a causa dell'impatto del proiettile, ha perso il controllo del veicolo e ha investito accidentalmente l'agente di polizia aggressore.

L'agente coinvolto ha riportato lacerazioni e un trauma contusivo al ginocchio destro. Mentre il giovane ferito da un proiettile è stato trasferito in una clinica di San Cristóbal.

Tutti i parenti della vittima assicurano che si trattava di un bravo giovane, di "buona famiglia e in salute".

Gli organi di controllo interno della Polizia nazionale hanno avviato le indagini per stabilire le circostanze in cui uno dei loro agenti, che al momento dell'incidente si trovava in pattuglia preventiva, ha sparato al giovane.

Secondo una dichiarazione rilasciata dall'ente, quest'ultimo si trovava all'interno dell'auto. Honda Civic, bianca, targata A955526, in compagnia di una ragazza di 16 anni, la cui identità è nascosta in quanto minorenne.

Allo stesso modo, lunedì il PM ha affermato che l'agente coinvolto è Papilín Gónzalez Peña.

"Nel processo investigativo, verranno stabilite le circostanze in cui il poliziotto ha sparato al Perier", si legge nella nota. Pur rilevando che i risultati dell'indagine saranno resi noti a tempo debito all'opinione pubblica.

Da parte sua, la stretta cerchia di amici della vittima è indignata per "la brutalità" degli agenti di polizia, affermando che "non c'è giustificazione per fare una cosa del genere" e ha chiesto risposte tempestive alle autorità.