Il procuratore presso la JCE indaga su 1.600 casi di
questo tipo e afferma che il problema delle sostituzioni di persona è molto
serio, perché l'identità è una questione di sicurezza nazionale.
L’anno scorso, un dominicano residente in Svizzera,
al ritorno nel Paese subì un arresto nell’aeroporto.
È stato trattenuto per due giorni dal dipartimento
antidroga fino a quando si è riuscito ad appurare che non aveva commesso alcun
reato. Era stato, infatti, vittima di un furto di identità da parte di un
trafficante di droga.
Viveva in Svizzera dall'età di sei anni e non aveva
mai avuto la carta d'identità ed elettorale dominicana.
Era venuto più volte nella Repubblica Dominicana, ma
nel suo ultimo viaggio, nel 2021, è stato arrestato in aeroporto dall’Interpol,
che lo stava cercando per reati legati al traffico internazionale di droga.
La procuratrice Esther González, rappresentante del
ministero pubblico davanti alla Junta Central Electoral ha dichiarato in un'intervista
nel suo ufficio presso la direzione della sicurezza della JCE, che l'uomo ha
dovuto trascorrere quasi due mesi nel paese in attesa dell'esito definitivo delle
indagini.
Questo è uno dei 1.600 casi di furto di identità
indagati dal ministero pubblico in servizio presso la JCE.