L’aumento delle infezioni da omicron ha acceso un dibattito nazionale sulle misure per affrontarlo. Il ministro della Salute pubblica ha lanciato un’allerta epidemiologica e il Presidente della Repubblica ha stanziato 1.500 milioni di RD$ per medicinali contro l’influenza e l’omicron, sottolineando che è impossibile e non necessario fare ritorno al coprifuoco.
Il problema non va politicizzato, la situazione va gestita con maturità, adottando le misure del caso e soppesando la complessità dei fattori che incidono sul tessuto economico e sociale del Paese, rispetto ai quali è giusto riconoscere la ripresa della produzione nazionale con una crescita del PIL, lo scorso anno, del 10,7%, e un turismo che a dicembre è cresciuto del 17% rispetto al 2019.
Ciò suggerisce che non si deve ritornare a misure come confinamento, coprifuoco, stato di emergenza se si conferma che la pandemia sta diventando una malattia infettiva-contagiosa endemica, come è successo con altri virus.
L’omicron si sta diffondendo a una velocità mai registrata prima da altre varianti di COVID-19. Il numero, in valore assoluto, dei contagi registrati giornalmente nell’ultimo mese e mezzo, ha battuto una lunga lista di record.
In molti paesi europei ogni giorno si registra un nuovo record di infezioni.
In America Latina le eccezioni a questa crescita sono poche e la Repubblica Dominicana non è una di queste.
Il fatto che omicron non richieda il ricorso a misure eccezionali si deduce anche dall’osservazione che la sua diffusione non ha comportato un aumento della letalità sebbene abbia aumentato i ricoveri, compresi quelli dei vaccinati, per l’evidente incapacità di qualsiasi vaccino di garantire un’immunità totale.
In tale situazione, si può solo supporre che la pandemia stia diventando endemica e come tale va affrontata. Ciò significa ricorrere a misure che consentano un ritorno alla normalità in tutti i possibili aspetti sociali, senza che ciò comporti dimenticare che, in presenza di una grave malattia endemica, devono essere prese le dovute precauzioni.
Assumere che la vita sociale sia normalizzabile è fondamentale per mantenere attiva l’economia del Paese sia a livello interno che internazionale.
Normalizzare non significa tornare alle stesse condizioni di prima, come se l’epidemia endemica non esistesse.
Questo porta inevitabilmente a considerare il problema della scuola, una questione solo marginalmente epidemiologica, poiché definisce il futuro del Paese.
C’è una chiara differenza tra una pandemia inaspettata e una endemica. La prima richiede misure eccezionali, la seconda semplicemente normali decisioni politiche.