Chi gioca al lotto non dovrebbe perdere l’occasione
di giocare oggi il fatidico 47 nella ricevitoria del lotto locale. Difatti
abbiamo appreso ora che Severino Toneatto, vittima due anni fa di omicidio a
casa sua ha il suo account di Facebook attivo e con un post del 10 luglio
invita i lettori a scrivergli. Tutto può capitare nella realtà virtuale di
internet. Comunque a parte la giocata imperdibile del 47 secondo le migliori
tradizioni ora integrate con “O muorto che chatta”, non c’è nient’altro da
aggiungere. Semmai risulterebbe interessante sapere se l’account lo sta
utilizzando la vedova.
La signora Rosiris Santana Capellan con le sue false
accuse ha rovinato la vita di due giovani haitiani che hanno trascorso nelle carceri
locali ingiustamente oltre due anni. Questa signora che è partita subito per
l’Italia dovrebbe anche chiarire tante altre cose sulla dinamica dell’omicidio
di cui attualmente viene fortemente sospettata di essere complice o addirittura
esecutrice.
Una cosa è certa: se la comunità haitiana non si
fosse mossa decisamente per sostenere i due giovani, questi avrebbero trascorso
tutte le loro vite in carcere. Un’altra cosa poi deve essere data per scontata:
la falsa dichiarazione della vedova non comporterà un suo processo o una sua
condanna. L’area della testimonianza è un feudo delle testimonianze non
punibili se sono false: hanno effetti solo sugli altri ma non su chi
dolosamente se ne serve. Paese che vai usanza che trovi!
Riguardo alla solidarietà della comunità haitiana la
nostra connazionale Diana Spedicato (Salsabrosa) si esprime così: “Al di là dei
facili commenti distruttivi che possano venire in mente, prendiamo esempio
dall’attuazione della comunità haitiana de Las Terrenas, cerchiamo di essere sempre
compatti e uniti in queste cose quando il caso lo merita, difendiamoci tra noi
quando le istituzioni non arrivano a operare nel modo corretto! Prendiamo
esempio e ricordiamo!”
Del resto questa è una linea di azione che alcuni
membri della nostra comunità tra cui Diana hanno già intrapreso costituendo la
Fundación Solidaridad Italiana che è già operativa, intervenendo ad es. nel
Caso Vulso, e che ha dei progetti molto interessanti di coinvolgimento dei
connazionali e di raccolta di fondi.
Insomma si guarda solo avanti, le intenzioni sono
ottime, le persone validissime e la comunità è sempre più consapevole di se
stessa.