Una sentenza corretta in meglio. Un buon segno. Vuol
dire che chi la dura la vince. È successo al connazionale Angelo Viro,
presidente della società Cerarte SA, già candidato alla camera dei deputati per
il MAIE alle recenti elezioni nella circoscrizione Nord e Centro America.
Il Tribunale Superiore Amministrativo ha ordinato la
sospensione della costruzione del progetto turistico Le Parc Beach Front in
Juan Dolio, accogliendo la richiesta della misura cautelare inoltrata. La
misura è stata emessa lo scorso 12 novembre e sospende gli effetti della
licenza di costruzione numero 91533 rilasciata dal Ministero delle opere
pubbliche e delle telecomunicazioni a favore della fiduciaria Desarrollo Inmobiliario
Integral P.H. Le Parc Beach Front.
Il Tribunale ha accolto gli argomenti presentati
contro il progetto abitativo in quanto ha constatato la presenza di anomalie
significative tanto in termini aziendali quanto di rispetto dei diritti dei
proprietari e delle parcelle limitrofe.
Si sono accertate violazioni contro le
regolamentazioni dell’uso dello spazio pubblico nelle spiagge e sulla
costruzione di edifici.
La torre Le Parc Beach Front Juan Dolio non osserva né
la densità edificabile consentita, né i limiti dell’area su cui non si deve
costruire e nemmeno le norme sui confini dei fondi e sull’uso dello spazio
pubblico in riva al mare. Inoltre le coordinate dei fondi per i quali è stata
concessa l’autorizzazione non corrispondono a quelle delle parcelle catastali
dove l’edificio a torre viene effettivamente costruito nel municipio di
Guayacanes.
Secondo le regolamentazioni di Mitur è consentita la costruzione di
400 appartamenti per ettaro. Invece i due terreni oggetto della costruzione
hanno un’estensione di 2.344 metri quadri per cui i 121 appartamenti eccedono
del 29% il limite previsto.
L’autorizzazione iniziale all’RI group era stata concessa nel
febbraio del 2016 per 94 appartamenti. A maggio del 2016 invece sono stati
aggiunti altri 21 ed è stata ottenuta anche per questi la relativa
autorizzazione.
La distanza dal mare che è di 32 m non dovrebbe superare i 60 m.
Qui però è intervenuto il presidente Danilo Medina con un suo decreto che
autorizza l’utilizzo dello spazio comune. Da parte del ministero di “Medio
Ambiente” era stato imposto l’impiego di materiali leggeri, invece le colonne
per l’edificio a torre sono di cemento armato.
Il TSA aveva dichiarato inammissibile la richiesta di sospensione
della costruzione in quanto tra l’altro la certificazione di utilizzo del suolo
impugnata non sarebbe stata passibile di sospensione poiché inesistente a
seguito della sua sostituzione con un’altra concessa dallo stesso ministero.
Una motivazione che ha creato delle perplessità.
Il connazionale ha dichiarato inoltre
che è proprietario in comunione con la moglie di un fondo contiguo e che presso
il ministero del turismo e la presidenza della repubblica sono state promosse
iniziative a suo nome.
Il TSA questa volta ha affrontato nel
merito l’azione legale e ha riconosciuto le ragioni dei ricorrenti
sospendendo la costruzione.
Il nostro connazionale Angelo Viro non è la prima volta che
affronta situazioni tipo Davide contro Golia.
Ricordiamo che nel 2015 ha presentato insieme al presidente della
Casa de Italia Renzo Serravalle il ricorso al TAR contro la chiusura
dell’ambasciata italiana di Santo Domingo.