Severino è nato a Bucarest. Sua madre è rumena, si
chiama Monica Bejan. Ho avuto modo di chattare con lei ieri e dal colloquio
sono emersi alcuni dati inediti.
La signora si è rivolta a me perché ha letto il post
pubblicato sul Gruppo e sul Blog. “Sono disperata. Mi manca tanto mio figlio.
Vorrei sapere chi ha sparato a mio figlio, ma non ho le possibilità finanziarie
per affidarmi a un avvocato.”
Purtroppo per risolvere questo caso non servono né avvocati
né soldi. Serve solo la buona volontà degli inquirenti e abbiamo visto che
questa non sempre è scontata.
Severino conviveva con Rosiris Santana da otto mesi.
“Non erano
sposati. Lei era sposata con un altro e aveva un bambino che era in casa di
Severino.”
Rosiris era incinta e ha partorito un mese dopo la morte
del connazionale.
“In una settimana aveva il DNA di mio figlio e di
sua figlia. Ha dato il cognome di mio figlio alla piccola. In Italia serve un
mese per avere la risposta del DNA, là in una settimana?” Si chiede la signora
Bejan giustamente.
Certo che qui si possono fare tante cose che altrove
sembrano impossibili. La bambina porta il cognome di Severino in base a questo
procedimento di riconoscimento post mortem ed eredita quindi tutti i suoi beni:
una casa con un ampio terreno dove teneva quattordici cavalli, nove cani, undici
moto e due macchine.
E parlando di cose che sembrano impossibili, in un
periodo in cui dipendevamo dall’ambasciata di Panama, Rosiris è riuscita, in
base a questo riconoscimento post mortem, a trascrivere l’atto di nascita della
bambina che quindi è italiana. Inoltre ha ottenuto in tempi brevissimi un visto
Schengen e si è recata in Italia.
“È venuta in Italia quando la piccola aveva un mese.
E dopo niente. Non l’ho più vista né sentita. So che dopo essere ritornata a
Santo Domingo è partita per gli Stati Uniti dove è rimasta.”
“Severino in Italia aveva due palestre e un’impresa
di pompe funebri. Ha venduto tutto e se n’è andato con i soldi in Repubblica
Dominicana”.
Praticamente ha “mollato tutto” e ha cambiato vita e
dopo otto mesi di convivenza una donna fortemente sospettata del suo omicidio
si è appropriata del frutto del lavoro suo senza nemmeno averlo sposato. Un
cambio di vita… dalla vita alla morte! E poi questa donna ha fatto anche una
capatina in Italia. Forse per verificare se c’era del patrimonio anche là da
rivendicare?
“Sì. Un segno interrogativo. Perché è venuta?” Si è
chiesto la signora Bejan.
Se Rosiris non ha sulla coscienza la morte di
Severino, sicuramente deve essere ritenuta responsabile di falsa testimonianza visto
che ha fatto arrestare consapevolmente due giovani innocenti che hanno
trascorso più di due anni in carcere.
“Ho un’altra figlia, ma lui era lui. Tutti i giorni
mi chiamava”. “Ultimamente mi diceva che voleva lasciare la sua compagna. Io
insistevo di non farlo, visto che c’era un bambino in arrivo”.
Severino muore un mese prima della nascita del
figlio che la sua donna portava in grembo. La bambina è sua figlia? Il DNA è
stato fatto ed è positivo… ma è sua figlia?
“L’ho vista quando aveva un mese, non mi è sembrato
che rassomigliasse a lui. Non si capiva”.
Ai tempi dell’omicidio si è parlato di un italiano
che era stato incluso nelle indagini.
“Aveva un amico che si chiama Franco, è di Verona.
Erano come fratelli. Lui con la sua impresa ha costruito la casa di mio figlio”.
La polizia ha sottoposto il veronese alla prova del
guanto di paraffina che è risultata positiva. Lui si è giustificato dicendo che
era stato a caccia.
A Franco hanno fatto la prova del guanto, agli
haitiani invece no e li hanno rinchiusi in galera per due anni e ci sarebbero
rimasti tutta la vita se la comunità haitiana di Las Terrenas non si fosse
attivata con manifestazioni e proteste.
Franco come Wagner Vulso. Solo che Wagner Vulso per
il fatto di essere risultato positivo alla prova del guanto è stato condannato
a dieci anni di reclusione dopo tre anni di carcere preventivo. Due pesi e due
misure.
Franco è partito per l’Italia e ora si trova
nuovamente a Las Terrenas.
Una vicenda quella di Severino che non presenta
misteri di sorta, bensì soltanto degli evidenti errori e omissioni nella
conduzione delle indagini.
Comunque se non c’è la volontà di andare fino in
fondo è chiaro che il caso non si risolverà mai.
Le indagini dovrebbero ripartire da Rosiris.
“Difficile, suo padre esercita la professione di avvocato”.
Sostiene la signora Bejan.