La perdita di posti di lavoro, gli alti tassi di
mortalità materna, la mancanza di accesso ai metodi contraccettivi, la scarsa
qualità dell'assistenza nei servizi sanitari, la mancanza di educazione sessuale,
la mancanza di una politica globale per affrontare la violenza sono alcuni dei
principali aspetti negati riguardanti le donne nella Rep.Dominicana.
Più di 200.000 donne hanno perso il lavoro nei
momenti peggiori della pandemia, una cifra superiore del 55% rispetto ai posti
di lavoro persi dagli uomini, quindi il tasso di occupazione femminile si
attesta appena al 45,7%, mentre quello maschile supera il 73,1%.
Mortalità materna e femminicidi
A fine 2021 il tasso di mortalità materna nel Paese
ammontava a 169 ogni 100.000 nati vivi, il 23% in più rispetto a quello
registrato a fine 2020, quando si attestava a 137 ogni 100.000 nati vivi.
Vi è inoltre un'elevata percentuale di gravidanze in
tenera età. Nel 2021 ci sono stati almeno 14.555 parti vaginali in adolescenti
tra i 10 e i 19 anni, altri 10.825 parti cesarei, oltre ad almeno 2.318 aborti
all'interno della rete pubblica degli ospedali.
Per quanto riguarda i femminicidi, nel 2020 la Repubblica
Dominicana ha registrato il secondo tasso più alto di femminicidi tra le
democrazie latinoamericane, con 2,4 ogni 100.000. L'elenco è guidato da
Honduras (4,7 per 100.000 donne), Repubblica Dominicana ed El Salvador, secondo
i dati ECLAC.
Il Centro Studi di Genere ha denunciato che nel
Paese le donne vivono in una società sessista, generando molteplici
disuguaglianze strutturali “che si rafforzano e si riproducono nei rapporti tra
uomini e donne, nella politica, nell'economia e nella cultura e in tutti gli
ambiti sociali”.