Alcuni leader di
partiti italiani si sono candidati come capilista alle prossime elezioni
europee. Elly Schlein, Antonio Tajani ed Emma Bonino sfruttano la loro
posizione per attirare la maggior quantità di voti possibile. Difficile pensare
che in caso di elezione raggiunta si trasferiranno a Bruxelles. Con ogni
probabilità cederanno a qualcun altro questa funzione. E se questo può essere
considerato un dono, certamente non è uno di poco conto.
Non per nulla
sussiste un malumore dilagante tra i leghisti che lavorano per il partito da
sempre e che si sono visti scavalcare da Roberto Vannacci, il generale che ha
scritto il best seller “il mondo al contrario”. E se a Vannacci qualche merito
va riconosciuto, in fondo ha avuto il coraggio di scrivere cose ovvie ma
sottaciute, lo stesso non si può dire di Ilaria Salis, in carcere a Budapest
per la partecipazione a un pestaggio di manifestanti di destra, che si ritrova
ora nella lista AVS sperando di essere eletta e di godere dell’immunità
parlamentare.
L'eurodeputato
non si ammazza di lavoro né tanto meno di responsabilità. Di spirito di
servizio non si parla proprio. In cinque anni porta a casa 3.000.000 di euro. Prendono
mensilmente 10.000 euro lordi e 7.850 netti cui vanno aggiunti 4.950 di
rimborsi più 350 per ogni giorno di presenza, arrivando a oltre 20.000 euro al
mese. Altri 30.000, circa 28.700 per l'esattezza, per gli assistenti, arrivando
così a costare la bella cifra di 50.000 euro al mese cioè 600.000 l'anno, appunto
3.000.000 di euro in 5 anni. Lavorano solo tre settimane al mese senza grandi
stress e responsabilità dal momento che in Europa decide tutto la commissione e
il Parlamento europeo conta pochissimo.