Sei mesi e un
giorno è quanto ci vuole per considerare una persona residente in Italia o
residente all’estero. Eppure l'obbligo di iscrizione all'AIRE scatta dopo un
anno. Sono contraddizioni alle quali i legislatori italiani ci hanno ormai
abituati.
Un caso eclatante
e attualissimo è quello di Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli, che
si è dato da fare per essere considerata residente in Svizzera. Avrebbe così
voluto favorire i nipoti Elkann a scapito della figlia Margherita Agnelli,
madre degli Elkann e di altri quattro avuti in un secondo matrimonio.
La mancata
residenza in Svizzera di Marella Caracciolo per almeno sei mesi più un giorno
all'anno sarebbe suffragata, secondo la Procura da controlli sui voli di andata
e ritorno degli aerei e degli elicotteri della flotta privata degli Agnelli in
Svizzera, dai visti di ingresso e di uscita dal Marocco sui passaporti della
vedova dell'avvocato e dalle testimonianze dei medici che la curavano oltre alle
cartelle cliniche dei ricoveri in Italia.
Il comportamento
di Marella Caracciolo configura nei confronti degli indagati, i tre fratelli
Elkann, oltre ai reati fiscali, una truffa ai danni dello stato e dell'Agenzia
delle Entrate.
Sicuramente la
vedova Agnelli aveva provveduto a iscriversi all’AIRE, ma a quanto pare non è
bastato. L’iscrizione all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero ha degli
indiscussi vantaggi soprattutto ai fini dei rapporti con il fisco italiano. È
per questo che qualche volta, come in questo caso, non funziona.