I coltivatori diretti hanno
bloccato e controllato ieri i camion carichi di generi alimentari al valico
italo-austriaco del Brennero. Con il supporto della polizia hanno verificato le
etichette per capire da dove arrivano le merci spesso non lavorate. I controlli
effettuati hanno confermato l'arrivo della pasta prodotta dalla Grecia
spacciata per italiana, del formaggio grana che padano non lo è proprio o delle
cosce di maiale danesi e moldave. Non è la prima volta che Coldiretti denuncia
il problema.
Secondo Francesco Lollobrigida, il ministro
dell'Agricoltura, il fenomeno si combatte spiegando ai consumatori cosa stanno
comprando.
Molti mezzi arrivano
dalla Moldavia e sono diretti in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Facendo
giri strani, riescono a etichettare i prodotti come Made in Italy. L’assurdità è
che applicando le norme europee è tutto in regola.
Gli agricoltori si
battono per l'indicazione dell'origine dei prodotti. Lo stesso vale per la
frutta e gli ortaggi venduti sfusi.
Secondo gli esperti nel
mondo 79 miliardi di euro di prodotti rientrano nella cornice dell'Italian
sounding, così è stato denominato il fenomeno dell’imitazione delle eccellenze
enogastronomiche italiane e il principale ostacolo che intralcia la
competitività internazionale della filiera agroalimentare bloccata su livelli
al di sotto del suo vero potenziale.