Dopo aver
bombardato la sede diplomatica dell’Iran di Damasco e ucciso una quindicina di
militari di alto rango, ora Israele si attende la vendetta annunciata. E si sa
in Medio Oriente con le minacce non si scherza.
Come prima misura
sono state chiuse trenta ambasciate in giro per il mondo tra cui quella di Roma.
Le città israeliani si attendono di essere
bombardate. Non si sa dove colpirà l’Iran e questo rende la situazione
particolarmente disagevole. Non per nulla si suol dire che “chi la fa l’aspetti”.
Per le autorità e
per la popolazione israeliana l’incertezza è totale e la minaccia iraniana
incombe su di loro come una spada di Damocle.
Non a caso ieri
c'è stata una manifestazione antigovernativa alla quale nelle diverse città hanno
partecipato oltre 100.000 persone. Natanyahu ha danneggiato fortemente l’immagine
di Israele ed è qualcosa che perdurerà nel tempo.
La reazione
dell'Iran dovrà essere comunque molto soppesata perché potrebbe scatenare una
guerra totale tra i due paesi e giustificare il lancio di bombe atomiche sul
suo territorio.
Ricordiamo che
Israele, anche se non lo ha mai ammesso ufficialmente, possiede un centinaio di
bombe nucleari e non occorre nemmeno porsi la domanda se avranno il coraggio di
servirsene. Quello di cui sono capaci lo hanno già dimostrato ampiamente nei
sei mesi di durata del conflitto.