La Repubblica
Dominicana è circondata da località offshore, dove è possibile depositare
ingenti patrimoni. Come facciano a viaggiare i contanti con tanta sicurezza nei
mari dei Caraibi non è dato sapere. Di certo un trasferimento attraverso i
canali bancari ufficiali è (o dovrebbe essere) impensabile.
Sta di fatto che negli
aeroporti e nei porti, i sequestri di somme superiori ai 10.000 dollari sono
all'ordine del giorno. Ci sono addirittura dei cani appositamente addestrati a
trovare il denaro contante in particolare pastori tedeschi e retriever.
Il Presidente della
Repubblica Luis Abinader ha dichiarato di avere 51 milioni di dollari in azioni
di società offshore.
I politici
dominicani hanno i loro ingenti patrimoni nei paradisi fiscali. Questo non è un
segreto per nessuno. Pochi investono nel paese il ricavato dalla gestione del
potere ovvero tangenti e quant’altro. Quelli
che lo fanno riescono a stupire. Talmente alte sono le cifre che possiedono, come
ad esempio l'ex maestro Radames Camacho, che prende solo a titolo di canoni di
locazione 115 milioni di pesos l’anno.
C’è poi il caso
dell'ex Ministro dei Trasporti dominicano, Diandino Peña, che candidamente ha ammesso
a suo tempo di possedere una rete di quindici società con sede in paradisi
fiscali. Queste società offshore di cassetto sono tutt'altro che inattive. Una
di loro ha finanziato la costruzione di uno dei più grandi grattacieli della
capitale dominicana adibito a Hotel con oltre 1000 camere. L'importo, una quisquilia
82 milioni di dollari.
Ovviamente il
ricorso alle banche offshore non è esclusivo della Repubblica Dominicana. Nei
giornali di oggi si rivela che i tre fratelli Elkann nipoti di Gianni Agnelli,
disponevano nel 2009 734 milioni di euro a nome di una società con sede a
Tortola nelle Isole Vergini Britanniche che sono stati trasferiti nel
Liechtenstein e che rappresentano secondo la Guardia di Finanza italiana un’evasione
delle imposte di successione.