L’Iran ha coordinato l’attacco con la Casa Bianca per evitare a Israele qualsiasi danno, se non accidentale. È un paradosso della politica internazionale ma anche una prassi ormai consolidata, che l’Iran si accordi con gli Stati Uniti prima di vendicare un torto subito. È accaduto anche l’8 gennaio 2020, quando l’Iran lanciò i missili contro le basi americane in Iraq per vendicare l’uccisione del generale Soleimani per mano di Trump. L’Iran fece sapere alla Casa Bianca luogo e giorno dell ’attacco. Il Medio Oriente funziona prevalentemente in questo modo perché una scintilla può appiccare incendi impossibili da spegnere. Ad esempio, Trump anticipò a Putin giorno e luogo del suo attacco contro la base di Shayrat, il 7 aprile 2017 in Siria, per non colpire i soldati russi presenti in quel Paese. È pertanto errato valutare la capacità offensiva di Teheran in base a questo attacco. Gli iraniani hanno comunicato agli Stati Uniti, quasi certamente attraverso l’Oman, il giorno, le traiettorie e le armi che avrebbero utilizzato. Gli iraniani hanno poi dato 72 ore di tempo a Israele per organizzare la difesa antiaerea e abbattere il cento per cento dei missili contro il proprio territorio. L’Iran ha agito in questo modo per compiacere i propri cittadini ed evitare una guerra con gli Stati Uniti, che Netanyahu ambisce a scatenare. Netanyahu ha bisogno di una guerra Usa-Iran per molte ragioni. La prima è che una guerra di questo tipo lascerebbe Israele con le mani libere di condurre la pulizia etnica a Gaza mentre gli Stati Uniti hanno le mani impegnate con l’Iran. La seconda è che Netanyahu immagina che uno scontro Usa-Iran allungherebbe la sua vita di governo. La terza è che una guerra Usa-Iran passerebbe quasi certamente in eredità aTrump, che odia l’Iran con tutte le sue forze. Netanyahu pensa che una guerra Usa-Iran nel 2024 potrebbe prolungarsi almeno per la durata della prossima presidenza americana. Dal canto suo, Biden non vuole una guerra con l’Iran per cinque ragioni. La prima è che ha lavorato per la distensione con l’Iran sotto Obama. La seconda è che l’Iran è un Paese di 90 milioni di abitanti con risorse energetiche pressoché illimitate e un arsenale missilistico molto temibile. La terza è che la Russia appoggerebbe l’Iran. L’Iran ha assunto importanza vitale per la Russia che si prepara alla Terza guerra mondiale con la Nato. La quarta è che l’Iran verrebbe appoggiato anche dalla Cina. Una guerra Usa-Iran potrebbe durare a lungo e sfociare addirittura nella terza guerra mondiale. La quinta è che Biden perde voti soprattutto per la sua politica estera fallimentare: Biden ha fallito in Ucraina e pure in Palestina, dove migliaia di bambini palestinesi vengono uccisi con i suoi proiettili. Una guerra con l’Iran decreterebbe, quasi certamente, la sconfitta elettorale di Biden con il record assoluto di tre fallimenti in politica internazionale su tre, a cui bisognerebbe aggiungere l’Afghanistan lasciato in mano ai talebani. Nella prospettiva americana, Biden ha avuto il merito di separare la Russia dall’Europa e di avere espanso la Nato, cioè gli Stati Uniti, ai confini con la Russia. Ed è un successo. Però ha perso la guerra con Putin rovinosamente. La mortificazione che Putin ha inflitto a Biden in Ucraina è talmente grande per tutto l’Occidente da non essere quantificabile.