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lunedì 15 aprile 2024

Paura in campo



La paura è stata grande, la decisione è stata giusta. Evan Ndicka non corre pericolo di vita e Udinese-Roma è stata interrotta al 27’ della ripresa dopo che il difensore francoivoriano, 24 anni, è crollato da solo in campo, tenendosi il petto. Immediati i soccorsi in campo, prontissimo l’intervento dentro lo spogliatoio dove il giallorosso è stato sottoposto a un elettrocardiogramma che ha consigliato il ricovero in ospedale. Corsa in ambulanza, scortata dalla Polizia. Ndicka è sempre rimasto cosciente ed è stato ricoverato per nuovi controlli che sono partiti da quelli cardiologici, per il timore di un infarto. I medici, però, si sono occupati anche di altre possibili cause del malore, attraverso una Tac, e hanno escluso l’ipotesi più temuta, cioè l’arresto cardiaco. Ndicka è caduto a terra senza avere nessuno vicino, ma rimandando indietro il video della partita si possono notare contrasti fisici al 38’, al 66’ e al 70’. Il crollo in campo potrebbe essere la reazione ritardata di un colpo subito al costato. Un ematoma interno ha provocato il malore? La notizia più importante è che Ndicka non corre pericolo di vita, l’altra è che anche la sua carriera di calciatore dovrebbe essere salva. I tempi di recupero sono in mano ai medici. Il comportamento di tutti gli «attori» della partita è stato encomiabile. Il portiere Svilar è stato il primo ad accorgersi del pericolo, De Rossi è scattato dalla panchina per rendersi conto dell’accaduto. Poi ha parlato con l’arbitro Pairetto e con il tecnico dell’Udinese, Cioffi, per chiedere di interrompere temporaneamente la gara. Ndicka è stato trasportato in barella negli spogliatoi e, inquadrato dalle telecamere, ha fatto un segno con il pollice alzato. Le sue condizioni, però, sono sembrate gravi ed è stato deciso il ricovero. I giocatori della Roma non erano psicologicamente in grado di continuare, arbitro e avversari lo hanno capito e accettato con senso di solidarietà.