L'Ecofin ha
adottato la direttiva riveduta sul rendimento energetico nell'edilizia. Solo
Italia e Ungheria hanno votato contro per ragioni prudenziali e di buon senso,
mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovenia e Svezia si sono astenuti.
Così, il Consiglio Economia e Finanza ha confermato l'accordo raggiunto nelle
scorse settimane dall'Europarlamento sulle case green e ha dato il via libera
definitivo alla stangata sui cittadini (e sulle loro case) in nome
dell'ambiente.
La direttiva sarà
ora pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore venti giorni dopo. I
ventisette Paesi membri avranno poi due anni di tempo per adeguarsi e in quel
periodo dovranno presentare all'Ue un piano nazionale di ristrutturazione, ovvero
una tabella di marcia per indicare la via che intendono seguire per centrare
gli obiettivi. Una delle modifiche apportate al testo riguarda infatti proprio
una maggiore autonomia attribuita alle nazioni nella definizione dei percorsi
da svolgere per raggiungere il comune obiettivo di avere un parco immobiliare
completamente decarbonizzato entro il 2050.
L'Italia aveva sempre espresso un parere
contrario alla normativa, denunciandone il carattere ideologico e i rischi
legati ai costi di questa transizione imposta dall'alto. Secondo alcune recenti
stime, la follia green costerà fino a
55mila euro a famiglia. Questa operazione potrebbe portare a una svalutazione
degli immobili più datati (e dunque considerati inadeguati ai nuovi standard)
fino al 40 per cento.
Entro il 2030
tutti i nuovi edifici dovrebbero essere edifici a emissioni zero ed entro il
2050 il patrimonio edilizio dovrebbe essere trasformato in un patrimonio
edilizio a emissioni zero.