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giovedì 21 settembre 2017

Maria sta arrivando alle isole Turche, ma a Santo Domingo pensano che sia sotto casa




Maria continua a salire velocemente. Alle 5:00 pm di oggi si trovava a 144 km da Puerto Plata e a 155 km dalle isole Turche. I suoi effetti si fanno sentire anche molto lontano dal centro dell’uragano. Si tratta di un fenomeno atmosferico complesso che coinvolge e raggruppa in sé tante tormente, cumuli di pioggia, ecc. per cui quando l’occhio del ciclone si allontana non è finita. Ci sono degli strascichi. Io sono a Santo Domingo e le raffiche di vento e gli scrosci di pioggia fanno pensare che l’uragano sia sotto casa. Invece è a oltre 200 km e per giunta c’è di mezzo la cordigliera centrale.
Spesso nell’esame dei percorsi di queste terribili tormente ci confondono i discorsi dei commentatori televisivi, le notizie dei giornali e anche le proiezioni grafiche e le fotografie satellitari. La cosa migliore è andare alla fonte dell’informazione, ai dati numerici forniti e in particolare alle coordinate dei punti dove si trova il centro dell’uragano. Con questi dati anche con uno smartphone qualunque attraverso google maps si riesce benissimo a capire qual è l’andamento della tormenta e ci si risparmia così tanta angoscia. Attirare l’attenzione del pubblico è sicuramente di questi tempi qualcosa che fa guadagnare: c’è sempre di mezzo la pubblicità. Le fotografie poi ci spaventano ancora di più: “È grande quanto tutta la Francia! Siamo spacciati!”. Lasciar perdere tutto quello che dicono e scrivono e concentrarsi sui dati del centro meteorologico di Miami è sicuramente la cosa migliore.
L’imprevedibilità degli effetti di un uragano a livello di vento, pioggia e moto ondoso anche quando il suo occhio è distante centinaia di chilometri è il motivo per cui il governo dichiara non lavorativo il giorno di avvicinamento di un uragano. In fondo l’avvicinamento, come possiamo constatare da quello che sta succedendo attualmente in RD, equivale a un passaggio vero e proprio sul territorio.
Qualcuno si è lamentato perché non abbiamo avuto parole di commiserazione per i portoricani e per gli altri abitanti della zona che sono stati colpiti dall’uragano. Teniamo presente che tutti e dico tutti nei Caraibi tranne i dominicani hanno a che fare con grande frequenza con queste potenti burrasche e sono preparati a riceverle, il che appare evidente quando si osservano i preparativi che si fanno.
La Repubblica Dominicana subisce un attraversamento catastrofico di uragani in media ogni 20/30 anni, ogni volta con numerosissime vittime e gravissimi danni.
L’uragano sta ora quasi arrivando alle isole Turche e noi qui a Santo Domingo non osiamo uscire per la strada. Se si fosse andati a lavorare chissà quanti morti ci sarebbero già. Tanta gente non si prende cura di sgomberare i tetti per evitare che il vento sollevi oggetti e li faccia volare come foglie di carta che poi finiscono per ammazzare i pedoni che transitano per le strade o per distruggere i veicoli che circolano.
Non siamo stati colpiti in pieno dall’uragano e dobbiamo quindi ritenerci fortunati. Sembra però che questa situazione e cioè il passaggio di due uragani potentissimi e da record a distanza di 15 giorni in futuro non debba ritenersi un evento eccezionale. Sarebbe bene quindi tenerne conto e iniziare a prepararsi con tutto quel che serve sin da ora per i mesi venturi o per l’anno prossimo. La casa deve essere in grado di diventare in poco tempo un bunker a prova di ciclone categoria 5. Immaginiamo se fosse capitato in RD ciò che è capitato in Portorico!