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mercoledì 13 settembre 2017

Ambasciata italiana di Santo Domingo: la mancanza di trasparenza nella gestione di una amministrazione pubblica può essere il preludio di fatti di corruzione.



Se una cosa scarseggia o se un servizio diventa quasi impossibile da ottenere, la richiesta di questa cosa o di questo servizio aumenta in modo smisurato e anche il suo prezzo. Se si tratta di un servizio pubblico aumentano anche le possibilità di arrivare a situazioni di corruzione.
Si parla spesso della vicenda dello scandalo visti del 2013 della quale è stata accusata la nostra ambasciata. L’opinione prevalente è che si siano verificate delle erogazioni di visti Schengen a pagamento per milioni di euro. Al riguardo però non ci sono state condanne, la Procura della Repubblica di Roma ha archiviato quasi subito la pratica e non si è a conoscenza di testimonianze dirette di persone in qualche modo coinvolte. L’attuale viceministro agli Esteri Mario Giro ha riferito che alcuni impiegati sono stati sanzionati con delle sospensioni dal lavoro. Troppo poco per uno scandalo che si suppone abbia reso ai lestofanti decine di milioni. Del resto è attendibile Mario Giro? Può sussistere al riguardo qualche dubbio. Almeno questa è la sensazione che abbiamo avuto noi qui a Santo Domingo dopo la chiusura della nostra ambasciata. E a riprova di ciò basterebbe rileggersi le sue dichiarazioni. Peraltro, il presunto scandalo visti ha avuto come conseguenza diretta reale la loro esternalizzazione, un servizio consolare che valeva al tempo circa 700.000 euro l’anno, a una società offshore. Si instaurava così una situazione di mancanza totale di trasparenza perché di una società offshore non si conoscono né bilanci, né pagamenti, né incassi né assetto societario. Tranquillamente i burocrati della Farnesina avrebbero potuto lucrare personalmente di questa esternalizzazione. Non che l’abbiano fatto, sia ben chiaro, ma avrebbero potuto farlo perché la mancanza di trasparenza lascia spazio a molte congetture.
Attualmente la nostra ambasciata si chiude a riccio. Non comunica con l’utenza se non attraverso affissioni all’albo esterno della sua sede e non ha canali validi telefonici o di posta elettronica per l’inoltro di qualunque tipo di comunicazione. Al telefono non si risponde e la casella di posta elettronica è per lo più intasata. L’impiegato addetto a visionare le e-mail a quanto pare non ha tempo. E allora perché ci invitano a scrivere le e-mail motivando eventuali urgenze, con la premessa tra l’altro che risponderanno solo se riterranno valide tali motivazioni?
I canali ufficiali per la richiesta delle urgenze di fatto non esistono. Ma le urgenze sì, quelle sicuramente ci sono, e allora come si fa? Quali sono i “veri”canali per le urgenze? Ci sono degli intermediari validi che le possano far valere davanti ai funzionari? Chi sarebbero questi intermediari? Leggendo gli avvisi dell’ambasciata non si trova alcun riferimento alle figure onorarie e nemmeno al Comites Panama. Quindi questi non hanno in tal senso alcuna funzione ufficiale. Esiste però un invito a rivolgersi ai professionisti delle pratiche consolari per evitare che l’utente, il connazionale, arrivi in ambasciata con le carte non in regola.
Nell’avviso affisso in bacheca viene espressa anche la disponibilità a organizzare incontri con questi professionisti per delle brevi formazioni. È attraverso questo canale che l’utenza può presentare richieste con carattere di urgenza?
Al riguardo suggerisco ai connazionali di spedire le richieste di riconoscimento dell’urgenza in formato cartaceo e non per e-mail, attraverso il servizio “correo certificado” della posta dominicana, la cui ricevuta vale come prova dell’avvenuto ricevimento da parte del destinatario. Se non ci sarà risposta, vedremo il da farsi, ma avremo in mano almeno un appiglio dal punto di vista legale.
E parlando di mancanza di trasparenza non possiamo non affrontare il servizio Prenota online, un punto dolente! Questo servizio, infatti, a un certo punto si blocca. Ad esempio, in questo momento le prenotazioni, siano queste a marzo o a maggio o a dicembre, gennaio o febbraio, sono tutte bloccate. Non si capisce bene cosa giustifichi questi blocchi periodici che a un certo punto vengono tolti. Ecco, ci si chiede quanto possa valere l’ipotetica informazione confidenziale del momento esatto in cui le prenotazioni vengono sbloccate.
Anche qui si riscontra un’allarmante mancanza di trasparenza, situazione molto frequente e forse anche ambita dai funzionari della Farnesina. In altre sedi diplomatiche ci sono dei privati che offrono l’iscrizione al servizio Prenota online a pagamento. Sostengono di essere in grado di ottenere le prenotazioni perché hanno la disponibilità di know how informatico e di un potente accesso a internet. Il prezzo: 130 euro. E se invece godessero soltanto di informazioni confidenziali circa il momento dello sblocco delle prenotazioni? Tutto è possibile, quando non esiste la trasparenza c’è spazio per ogni supposizione.
Spunta quindi l’ombra della raccomandazione e dell’informazione confidenziale, elementi che nelle cose italiane non possono mancare. Con l’amico giusto si può ottenere il riconoscimento dell’urgenza di una pratica o la prenotazione di un appuntamento? Infatti, non sempre si concedono privilegi per soldi, ci sono anche le amicizie. Dicono da noi che una mano lava l’altra!
Conclusione:
Ai fini della trasparenza, se questa veramente sta a cuore all’ambasciata, il che attualmente non sembra, si dovrebbe quindi dimostrare la validità dei canali attraverso i quali le urgenze possono essere richieste. A ogni richiesta dovrebbe seguire una risposta motivata anche se negativa. Si dovrebbe inoltre lasciare sempre aperta la possibilità di prenotazione online dei servizi senza mai bloccarle. Le funzioni dei professionisti, delle figure onorarie e il rapporto che a quanto pare l’ambasciata vuole instaurare con i consiglieri del Comites Panama residenti nella Repubblica Dominicana dovrebbero essere ufficializzati e infine la pagina dell’ambasciata dovrebbe anche essere aggiornata con una certa frequenza e non dovrebbe mai mancare l’indicazione del numero degli iscritti AIRE.

Per le amministrazioni dello stato la trasparenza non è un optional,è un obbligo! E non c’è carenza di personale che tenga!