Se una cosa scarseggia o se un servizio diventa
quasi impossibile da ottenere, la richiesta di questa cosa o di questo servizio
aumenta in modo smisurato e anche il suo prezzo. Se si tratta di un servizio
pubblico aumentano anche le possibilità di arrivare a situazioni di corruzione.
Si parla spesso della vicenda dello scandalo visti del
2013 della quale è stata accusata la nostra ambasciata. L’opinione prevalente è
che si siano verificate delle erogazioni di visti Schengen a pagamento per
milioni di euro. Al riguardo però non ci sono state condanne, la Procura della
Repubblica di Roma ha archiviato quasi subito la pratica e non si è a
conoscenza di testimonianze dirette di persone in qualche modo coinvolte. L’attuale
viceministro agli Esteri Mario Giro ha riferito che alcuni impiegati sono stati
sanzionati con delle sospensioni dal lavoro. Troppo poco per uno scandalo che
si suppone abbia reso ai lestofanti decine di milioni. Del resto è attendibile Mario
Giro? Può sussistere al riguardo qualche dubbio. Almeno questa è la sensazione
che abbiamo avuto noi qui a Santo Domingo dopo la chiusura della nostra
ambasciata. E a riprova di ciò basterebbe rileggersi le sue dichiarazioni. Peraltro,
il presunto scandalo visti ha avuto come conseguenza diretta reale la loro
esternalizzazione, un servizio consolare che valeva al tempo circa 700.000 euro
l’anno, a una società offshore. Si instaurava così una situazione di mancanza
totale di trasparenza perché di una società offshore non si conoscono né bilanci,
né pagamenti, né incassi né assetto societario. Tranquillamente i burocrati
della Farnesina avrebbero potuto lucrare personalmente di questa
esternalizzazione. Non che l’abbiano fatto, sia ben chiaro, ma avrebbero potuto
farlo perché la mancanza di trasparenza lascia spazio a molte congetture.
Attualmente la nostra ambasciata si chiude a riccio.
Non comunica con l’utenza se non attraverso affissioni all’albo esterno della sua
sede e non ha canali validi telefonici o di posta elettronica per l’inoltro di qualunque
tipo di comunicazione. Al telefono non si risponde e la casella di posta
elettronica è per lo più intasata. L’impiegato addetto a visionare le e-mail a quanto
pare non ha tempo. E allora perché ci invitano a scrivere le e-mail motivando eventuali
urgenze, con la premessa tra l’altro che risponderanno solo se riterranno
valide tali motivazioni?
I canali ufficiali per la richiesta delle urgenze di
fatto non esistono. Ma le urgenze sì, quelle sicuramente ci sono, e allora come
si fa? Quali sono i “veri”canali per le urgenze? Ci sono degli intermediari
validi che le possano far valere davanti ai funzionari? Chi sarebbero questi
intermediari? Leggendo gli avvisi dell’ambasciata non si trova alcun riferimento
alle figure onorarie e nemmeno al Comites Panama. Quindi questi non hanno in
tal senso alcuna funzione ufficiale. Esiste però un invito a rivolgersi ai
professionisti delle pratiche consolari per evitare che l’utente, il
connazionale, arrivi in ambasciata con le carte non in regola.
Nell’avviso affisso in bacheca viene espressa anche
la disponibilità a organizzare incontri con questi professionisti per delle
brevi formazioni. È attraverso questo canale che l’utenza può presentare
richieste con carattere di urgenza?
Al riguardo suggerisco ai connazionali di spedire le
richieste di riconoscimento dell’urgenza in formato cartaceo e non per e-mail, attraverso
il servizio “correo certificado” della posta dominicana, la cui ricevuta vale
come prova dell’avvenuto ricevimento da parte del destinatario. Se non ci sarà
risposta, vedremo il da farsi, ma avremo in mano almeno un appiglio dal punto
di vista legale.
E parlando di mancanza di trasparenza non possiamo
non affrontare il servizio Prenota online, un punto dolente! Questo servizio,
infatti, a un certo punto si blocca. Ad esempio, in questo momento le
prenotazioni, siano queste a marzo o a maggio o a dicembre, gennaio o febbraio,
sono tutte bloccate. Non si capisce bene cosa giustifichi questi blocchi
periodici che a un certo punto vengono tolti. Ecco, ci si chiede quanto possa valere
l’ipotetica informazione confidenziale del momento esatto in cui le
prenotazioni vengono sbloccate.
Anche qui si riscontra un’allarmante mancanza di
trasparenza, situazione molto frequente e forse anche ambita dai funzionari
della Farnesina. In altre sedi diplomatiche ci sono dei privati che offrono l’iscrizione
al servizio Prenota online a pagamento. Sostengono di essere in grado di
ottenere le prenotazioni perché hanno la disponibilità di know how informatico e
di un potente accesso a internet. Il prezzo: 130 euro. E se invece godessero
soltanto di informazioni confidenziali circa il momento dello sblocco delle
prenotazioni? Tutto è possibile, quando non esiste la trasparenza c’è spazio
per ogni supposizione.
Spunta quindi l’ombra della raccomandazione e dell’informazione confidenziale, elementi che nelle cose italiane non possono mancare. Con l’amico
giusto si può ottenere il riconoscimento dell’urgenza di una pratica o la prenotazione
di un appuntamento? Infatti, non sempre si concedono privilegi per soldi, ci
sono anche le amicizie. Dicono da noi che una mano lava l’altra!
Conclusione:
Ai fini della trasparenza, se questa veramente sta a
cuore all’ambasciata, il che attualmente non sembra, si dovrebbe quindi
dimostrare la validità dei canali attraverso i quali le urgenze possono essere
richieste. A ogni richiesta dovrebbe seguire una risposta motivata anche se
negativa. Si dovrebbe inoltre lasciare sempre aperta la possibilità di
prenotazione online dei servizi senza mai bloccarle. Le funzioni dei
professionisti, delle figure onorarie e il rapporto che a quanto pare l’ambasciata
vuole instaurare con i consiglieri del Comites Panama residenti nella Repubblica
Dominicana dovrebbero essere ufficializzati e infine la pagina dell’ambasciata
dovrebbe anche essere aggiornata con una certa frequenza e non dovrebbe mai mancare
l’indicazione del numero degli iscritti AIRE.
Per le amministrazioni dello stato la trasparenza
non è un optional,è un obbligo! E non c’è carenza di personale che tenga!