Non ci volle molto
tempo dopo la scoperta dell’America perché Cristoforo Colombo si imbattesse per
la prima volta con un uragano. La parola è di origine taina. Hurakan era il
nome di una divinità: il “Signore dei venti”, praticamente stava a significare:
“l’ira del Signore dei venti” e i taini pronunciavano questa parola con timore
e riverenza.
La prima volta che
Cristoforo Colombo sperimentò come primo europeo sulla propria pelle il
significato terribile della parola Hurakan fu il 15 settembre 1494. Si trovava
nelle vicinanze dell’isola Catalina, da lui così chiamata in onore della figlia
dei Re Cattolici, e dell’isola Saona. Grazie al suo talento di navigatore,
l’ammiraglio si rese conto di uno strano comportamento degli animali marini e
avvertì anche dei cambiamenti nell'atmosfera. In quel momento gli indiani taini
interpreti che portava con sé, perché in tutta l’area dei Caraibi si parlava la
lingua taina, nel ponte di comando improvvisamente si inginocchiarono davanti a
lui spaventati, urlando : “Ammiraglio, hurakan, hurakan” e lo indirizzarono
velocemente verso il canale che separa l’isola Saona dalla terraferma per
ripararvisi. Lì, nella mattinata del 16 settembre, le raffiche di vento, la
pioggia battente e la furia del mare si riversarono sulle loro navi e il
maltempo durò diversi giorni. Colombo si salvò miracolosamente, ma questa
esperienza mai vista prima nella sua vita di marinaio, rimase profondamente
impressa nella sua mente. La parola Hurakan la pronunciò da quel momento con lo
stesso rispetto con cui lo facevano i taini.
Nell'anno 1502 nel
suo quarto e ultimo viaggio, arrivò nella città di Santo Domingo al comando di
una flotta di quattro navi mercoledì 29 giugno. Colombo avvertì il governatore
Nicolas de Ovando che si stava avvicinando un grande uragano e chiese permesso
per ripararsi nel porto di Santo Domingo prima di continuare la sua rotta.
Ovando gli negò questo permesso perché nella città si trovavano i grandi nemici
dell’ammiraglio, l’ex governatore Francisco Bobadilla, che lo aveva fatto
arrestare, e Francesco Roldan che aveva capeggiato la rivolta contro di lui.
Questi erano in procinto di imbarcarsi alla guida di una grande flotta di 32
navi diretta verso la Spagna. Colombo avvertì allora Nicolas de Ovando di non
lasciare partire la flotta perché sarebbe stata sorpresa dall'uragano in arrivo.
Nella città di Santo Domingo i suoi nemici si beffarono di questo suo
avvertimento e la grande flotta iniziò il suo viaggio entusiasta con le stive
delle navi piene zeppe di oro. Colombo allora diresse velocemente le sue navi
verso ovest per rifugiarsi nella baia di Puerto Hermoso presso Azua, mentre la
grande flotta partì alla volta della Spagna e in senso contrario verso est e si
imbatté con l’uragano che la distrusse completamente. Tutte le navi affondarono
e successivamente venne anche completamente distrutta la città di Santo
Domingo. In tutto si contarono 500 morti oltre alla perdita delle navi,
dell’oro e di documenti storici importanti. Fu il primo faccia a faccia degli
spagnoli con il Signore dei venti!
Il giorno dopo
l’ammiraglio invece riuscì a partire dalla Baia di Puerto Hermoso dove si era
rifugiato con le sue quattro navi intatte, continuando il suo viaggio verso le
coste del Centro America e navigando riverente nelle rotte dove signoreggia il
Signore dei venti: Hurakan.