Il dott. Flavio Bellinato, senza ombra di dubbio il consigliere Com.It.Es più esperto nelle pratiche consolari in tutto il Centro e Nord America si dà da fare dedicando il suo tempo e affrontando spese di tasca propria per rendere più agevole l’accesso ai servizi consolari da parte dei nostri connazionali attraverso lo Sportello Com.It.Es. che è funzionante da diversi mesi e che verrà organizzato ora con l’assunzione di un operatore, con una sede di riferimento e con l’estensione dell’orario di ricevimento da 16 ore a 80 ore al mese. Riguardo alle pratiche consolari e ai problemi del servizio di prenotazioni, Flavio Bellinato sostiene quanto segue:
“Mi viene da esclamare il famoso proverbio: «tutte le strade portano a Roma».
ROMA decide quante risorse dare ai Consolati affinché possano erogare servizi celeri e qualitativamente adeguati a un grande paese come l’Italia.
ROMA crea e promuove piattaforme online che, in teoria, dovrebbero semplificare la vita dei connazionali all’estero, per poter accedere ai servizi consolari. E poi invece ci accorgiamo che queste piattaforme presentano continuamente delle evidenti limitazioni.
Il nostro Com.It.Es, in questi primi due anni di attività, ha affrontato in più occasioni e in diverse maniere la questione dell’erogazione dei servizi consolari. L’efficacia dei nostri interventi, purtroppo, non dipende solo dalla nostra buona volontà affinché le cose funzionino.
I Consolati sono difficilmente comparabili uno con l’altro, a livello di risultati. Non si tratta solo del rapporto tra il numero di impiegati e le pratiche evase ma anche dei contesti sociali nei quali si trovano. E lo sappiamo tutti molto bene in quale contesto viviamo.
Sia chiaro, non è il nostro ruolo assumere la difesa dell’operato di coloro che lavorano presso l’Ambasciata d’Italia a Santo Domingo. Noi collaboriamo con la sede diplomatica consolare, ma, innanzitutto, rappresentiamo i connazionali che si trovano nella Repubblica Dominicana.
Giornalmente, in seno al progetto dello Sportello Comites, una delle principali lamentele che ricevo da parte dei connazionali è: “non riesco a trovare appuntamenti disponibili”. Non vi descrivo l’imbarazzo che provo nel momento in cui devo spiegare lo stato attuale delle cose.
In ambito Ambasciata invece, rimango allibito quando mi si dice che un solo Funzionario è personalmente responsabile contemporaneamente di stato civile, cittadinanza, AIRE, passaporti e dichiarazioni di valore. Il Funzionario ha delle responsabilità che un contrattista locale non può avere, e queste responsabilità le ha in un contesto difficile, come ho già detto prima.
Quindi, cosa facciamo?
La Sede Consolare è in affanno e i connazionali sono giustamente arrabbiati.
E il Com.It.Es cosa fa di concreto? Fa ciò che ho spiegato nel mio primo intervento di oggi.
E Reitero: tra le altre cose, il Comites in più occasioni, ha scritto alle nostre istituzioni, Ministero degli Esteri in primis, per aumentare le risorse presso la nostra sede, per poter così affrontare al meglio la mole di lavoro che c’è in questa circoscrizione consolare.
Ed è su questo punto dove, purtroppo, in parte riconosco e capisco la delusione dei nostri connazionali. Solo in pochi ci hanno ascoltato e tentato di aiutare, a livello parlamentare, ministeriale e istituzionale.
Ma, in linea generale, ROMA FA ORECCHIE DA MERCANTE. Da decenni! Non solo da adesso.
A differenza della maggior parte delle realtà a noi più vicine nel nord, centro e sud America, va ricordato che:
1) qui viviamo in una fetta di isola e da cui generalmente non ci si sposta senza prendere un aereo;
2) senza un passaporto in corso di validità, siamo di fatto prigionieri di questo paese;
3) la nostra comunità è già stata gravemente punita nel periodo della chiusura della nostra Ambasciata nel 2015 e credo fermamente che Roma abbia con noi un debito morale, perché quella chiusura, lo sappiamo tutti molto bene, non è stata una semplice operazione di taglio delle spese. È stata una follia provocata da situazioni palesemente irregolari!
Quindi, anche alla luce del discorso del Cav. Dussich, letto dalla Presidente, propongo a questo Comitato di unirsi in voto unanime, oggi stesso, per far sentire mediaticamente la nostra voce, la voce dei connazionali a mezzo stampa, social network, istituzionalmente, per chiedere ulteriormente, con forza e senza titubanze, di mettere in condizione i nostri concittadini di non dover stare attaccati giorno e notte ad un computer alla disperata ricerca di un appuntamento online.
Presidente, chiedo formalmente che venga messa ai voti questa mia proposta, affinché si permetta alle due commissioni che presiedo di incaricarsi congiuntamente di creare e diffondere il messaggio che I connazionali desiderano che arrivi laddove vengono prese le decisioni, e mi riferisco a ROMA, ed il messaggio è:
“Ridateci un minimo di dignità e rendete fattibile, nella Repubblica Dominicana, l’erogazione di servizi degni di un grande paese, come lo è l’Italia.”