Il falso Made in
Italy agroalimentare nel mondo vale 120 miliardi di euro e sottrae risorse e
opportunità di lavoro all’Italia. Nel mondo ci sono ben 2 imitazioni per ogni
prodotto originale Made in Italy.
Il cosiddetto
“Italian sounding” riguarda tutti i continenti e colpisce in misura diversa i
prodotti. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i
formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione
delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al
reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tutti i continenti. Ci sono
anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o
Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele,
ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di
oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano che viene prodotto in California
e venduto negli Stati Uniti.
Tra i falsi Made
in Italy non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco , che è la bevanda più
imitata. Ne sono un esempio il Meersecco, il Kressecco, il Semisecco, il
Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e
il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi
produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione
prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
A far esplodere
il falso è stata paradossalmente la “fame” di Italia all’estero con la
proliferazione di imitazioni low cost.