Un tribunale
spagnolo ha riconosciuto al cantante portoricano Daddy Yankee e a sua moglie il
diritto di essere risarciti con 908.950 dollari per il furto dei gioielli che
possedevano in una stanza d'albergo in Spagna nel 2018.
L'artista
portoricano, considerato il “re del reggaeton”, era in città per partecipare al
Latin Fest di Gandia nell'agosto 2018, con una grande quantità di gioielli con
cui viaggia abitualmente perché "completano il suo aspetto durante i
concerti".
Daddy Yankee
sostiene di aver depositato nella cassaforte due orologi, tre catene, una
croce, quattro braccialetti, tre anelli e un paio di orecchini di diamanti.
Suo cognato,
anch'egli in viaggio con la coppia, ha depositato nella cassaforte della sua
stanza una collana d'oro e 4.200 euro in contanti.
La Corte ricorda
nella sua decisione che i ricorrenti hanno soggiornato in un moderno albergo a
quattro stelle, le cui camere sono dotate di “una misura di sicurezza
specifica” per gli oggetti di valore come la cassaforte.
Secondo il
racconto dell'accusa, uno sconosciuto avrebbe chiesto alla receptionist
dell'albergo un duplicato delle chiavi delle due camere e "senza chiedere
giustificazione" queste gli sarebbero state consegnate, concedendogli di
accedere alle stanze dove chiese al personale dell'albergo di aprire la scatola
e un operaio lo fece, in modo da poter prelevare tutti i gioielli.
La prima
sentenza, impugnata dai denuncianti, riteneva che la receptionist avesse
collaborato al furto fornendo le chiavi senza chiedere giustificazione, ma
respingeva la domanda di risarcimento sulla base di diverse pronunce giudiziali
circa la mancata previa giustificazione di quanto rubato, considerando le
fotografie fornite insufficienti.
Ora, la Corte
ritiene che l'interpretazione del Codice civile spagnolo, che parla letteralmente
della responsabilità degli albergatori per danni o perdite di effetti dei
clienti durante il loro soggiorno, debba essere adattata alla "realtà
sociale del nostro tempo". Pertanto non ha senso che gli ospiti debbano
comunicare alla struttura quali oggetti specifici ripongono nella cassaforte.
Oltre a far
presente che il personale dell'hotel "ha fornito una copia delle chiavi
della camera e ha aperto una cassaforte senza richiedere un'identificazione
attendibile da parte di chi ha effettuato tale richiesta".