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domenica 21 gennaio 2024

Un hotel di Valencia deve pagare un milione di dollari a Daddy Yankee per il furto dei suoi gioielli nel 2018

 



Un tribunale spagnolo ha riconosciuto al cantante portoricano Daddy Yankee e a sua moglie il diritto di essere risarciti con 908.950 dollari per il furto dei gioielli che possedevano in una stanza d'albergo in Spagna nel 2018.

L'artista portoricano, considerato il “re del reggaeton”, era in città per partecipare al Latin Fest di Gandia nell'agosto 2018, con una grande quantità di gioielli con cui viaggia abitualmente perché "completano il suo aspetto durante i concerti".

Daddy Yankee sostiene di aver depositato nella cassaforte due orologi, tre catene, una croce, quattro braccialetti, tre anelli e un paio di orecchini di diamanti.

Suo cognato, anch'egli in viaggio con la coppia, ha depositato nella cassaforte della sua stanza una collana d'oro e 4.200 euro in contanti.

La Corte ricorda nella sua decisione che i ricorrenti hanno soggiornato in un moderno albergo a quattro stelle, le cui camere sono dotate di “una misura di sicurezza specifica” per gli oggetti di valore come la cassaforte.

Secondo il racconto dell'accusa, uno sconosciuto avrebbe chiesto alla receptionist dell'albergo un duplicato delle chiavi delle due camere e "senza chiedere giustificazione" queste gli sarebbero state consegnate, concedendogli di accedere alle stanze dove chiese al personale dell'albergo di aprire la scatola e un operaio lo fece, in modo da poter prelevare tutti i gioielli.

La prima sentenza, impugnata dai denuncianti, riteneva che la receptionist avesse collaborato al furto fornendo le chiavi senza chiedere giustificazione, ma respingeva la domanda di risarcimento sulla base di diverse pronunce giudiziali circa la mancata previa giustificazione di quanto rubato, considerando le fotografie fornite insufficienti.

Ora, la Corte ritiene che l'interpretazione del Codice civile spagnolo, che parla letteralmente della responsabilità degli albergatori per danni o perdite di effetti dei clienti durante il loro soggiorno, debba essere adattata alla "realtà sociale del nostro tempo". Pertanto non ha senso che gli ospiti debbano comunicare alla struttura quali oggetti specifici ripongono nella cassaforte.

Oltre a far presente che il personale dell'hotel "ha fornito una copia delle chiavi della camera e ha aperto una cassaforte senza richiedere un'identificazione attendibile da parte di chi ha effettuato tale richiesta".