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sabato 5 gennaio 2019

L’on. Ricardo Merlo, sottosegretario agli esteri e l’importanza di avere un oriundo nella squadra di governo





È bastato poco perché tante cose cambiassero all’interno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. La nuova gestione di governo, la politica del cambiamento, ha smosso la buona volontà degli operatori della rete diplomatica che con lo stesso personale e le stesse risorse hanno apportato un miglioramento significativo all’efficienza dell’erogazione dei servizi consolari.
Del resto si è capito subito che la nuova amministrazione voleva focalizzarsi di più sugli italiani all’estero, sul loro diritto all’esercizio della cittadinanza, con l’accesso ai necessari disbrighi delle pratiche anagrafiche, in primis l’erogazione dei passaporti in tempi non geologici.
Dopo sei mesi di gestione del nuovo governo si possono annoverare delle misure importanti nel contenuto della legge di bilancio recentemente approvata che si aggiungono a una reazione spontanea diffusasi subito in tutta la rete diplomatica.
Degno di nota è soprattutto un aumento del personale di ruolo di 300 unità e del personale contrattista di 50 unità oltre ai 100 contrattisti la cui assunzione è stata prevista nella legge di bilancio della gestione passata e che verranno inseriti nel corso del corrente anno.
È stato anche significativo che per la prima volta nella storia venisse nominato come sottosegretario agli esteri un eletto in una delle circoscrizioni estere, un figlio di emigranti, Ricardo Merlo.
In questi mesi l’oriundo insediato nella squadra di governo si è battuto a tutto campo per il miglioramento della funzionalità della rete consolare con gli strumenti a sua disposizione. È intervenuto nelle assemblee del CGIE personalmente, rilanciando la sua importanza come organo istituzionale di carattere consultivo, ha convocato una riunione senza precedenti di tutti i consoli attivi a livello mondiale, ha denunciato l’inadeguatezza del servizio prenota online così come concepito, motivandone una ragionevole modifica, ha promosso l’esame di una nuova modalità di voto da adottare per le prossime elezioni e ha insistito nel mantenimento dello Jus Sanguinis senza limitazioni generazionali.
Eravamo abituati agli oriundi della nazionale italiana di calcio, ora ne abbiamo uno al governo, un laureato in Scienze Politiche, professore universitario e, non poteva essere altrimenti, ex calciatore, che si muove da fuori classe nell’ambito della politica. Tant’è che è diventato un punto di riferimento ineludibile per il presidente della Repubblica, per il premier e per i vice-premier nella gestione degli affari internazionali.
Nel frattempo è evidente in Argentina un fermento di italianità senza precedenti. L’oriundo onorevole Ricardo Merlo ha accanto a sé persone validissime che lo rappresentano tra gli italiani residenti in Argentina, la comunità di italiani più numerosa del mondo.
Inizia quindi una nuova fase. L’Italia oltre confine sta diventando consapevole della sua importanza e vuole partecipare attivamente al rinnovamento in atto.
Se questa è la panoramica dopo soli sei mesi non possiamo che essere ottimisti per il futuro.