Cerca nel blog

mercoledì 16 gennaio 2019

RELAZIONI ITALO-DOMINICANE E RADICAMENTO DELLE PRIME COLONIE ITALIANE SUL TERRITORIO DOMINICANO



Le relazioni tra due paesi prima di diventare diplomatiche sono naturali. Ci sono fiumi con il loro corso e canali artificiali. Le relazioni tra l'Italia e la Repubblica Dominicana sono soprattutto storiche e quindi naturali da tutti i punti di vista sin dalla scoperta dell'America ai nostri giorni e raggiungono il livello diplomatico subito dopo che entrambe le nazioni sono state riconosciute dalla comunità internazionale. Un fiume quindi che è cresciuto, cresce e continuerà sempre a crescere. Il corso di un canale artificiale lo si può interrompere o lo si può modificare o semplicemente eliminare. Lo stesso non succede con il corso di un fiume: le sue acque continueranno a fluire, non importa ciò che l'uomo faccia, e cercheranno sempre di ritornare sul loro corso originale.

ISTAURAZIONE DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE
L'iniziativa di portare a livello diplomatico le relazioni di entrambi i paesi fu del cittadino italiano Angiolino Vicini Trabucco che verso la fine del secolo XIX donò a questo scopo al Regno D'Italia i terreni sui quali costruire la sua ambasciata. Già all'epoca i legami tra i due paesi erano così stretti che una relazione a livello diplomatico si rendeva indispensabile.

PRIMA COLONIA ITALIANA
Nel secolo XIX, fondamentale nella storia dominicana, perché è il secolo dell'indipendenza di entrambe le nazioni dell'isola, la presenza italiana nella vita di ciò che oggi è la Repubblica Dominicana assume grande rilievo. Nasce e si sviluppa la prima colonia italiana. Il secolo XIX è stato il secolo del maggiore afflusso di famiglie italiane nella parte spagnola dell'isola. Da Genova giunsero abili uomini di mare, esperti nell'armare golette e nell'arte della navigazione. Alcuni si trovavano nella Repubblica Dominicana prima della separazione da Haiti, proclamata il 27 febbraio 1844.
Già verso l'inizio del secolo XIX, al seguito del generale Le Clerc comandante delle truppe napoleoniche, si stabilirono nella parte spagnola dell'isola diversi italiani i cui cognomi esistono ancora e che occuparono e occupano posizioni in ambito sociale e governativo importanti: Billini, Piantini, Fiallo, Cocco, tra gli altri. Un Billini fu presidente provvisorio e un altro sacerdote e quest’ultimo si distinse come filantropo e oggi il suo cognome italiano viene menzionato costantemente dappertutto nel paese con il significato di persona generosa sempre ben disposta verso gli altri.
Inoltre tra i trinitari di Juan Pablo Duarte si trovava un oriundo genovese per via paterna, Juan Nepomuceno Ravelo, che si distinse nella lotta per l'indipendenza e che rivestì importanti cariche politiche.
Anche nella guerra di indipendenza sono stati presenti due navigatori italiani di Genova, Giovanni Battista Cambiaso e Giovanni Battista Maggiolo.
Un discendente di italiani, di genovesi, Arturo Pellerano, fu il fondatore del giornale Listín Diario, attualmente forse il più importante giornale dominicano. Gli italiani parteciparono attivamente agli avvenimenti del secolo XIX ed è in quell'epoca che nasce la loro prima colonia, soprattutto con l'arrivo dei nativi di Santa Domenica Talao.

COLONIA DI ITALIANI PROVENIENTI DA SANTA DOMENICA TALAO IN PROVINCIA DI COSENZA
Tutto iniziò 150 anni fa. La Spagna si ritirava volontariamente dalla Hispaniola e i Savoia conquistavano il Regno di Napoli. A quei tempi un tale "sergente" oriundo di Santa Domenica Talao, che era al seguito dell'esercito Borbone a Puerto Plata, ritornò in patria ed ebbe modo di constatare la grave crisi che vi esisteva a causa delle nuove leggi dei Savoia. Il "sergente" raccontò ai suoi compaesani che veniva da un paese del nuovo mondo con leggi moderne e voglia di progredire. È stato il primo a fare ritorno a Puerto Plata che a quel tempo era la capitale della Repubblica Dominicana. Poco a poco a questo sergente fecero seguito altri conterranei e il gruppo si infoltì. Molti prosperarono. Un esempio di questo fu la casa Di Vanna & Grisolia, che riuscì quasi ad avere il monopolio dell'esportazione di tutta la regione del Cibao. Molti di loro si unirono per formare un'associazione denominata "Pro Santa Domenica Talao" allo scopo di inviare fondi alla loro impoverita patria. Queste somme di danaro sono state utilizzate dalle autorità e i dettagli delle spese sono stati resi pubblici. Attualmente sono migliaia i discendenti di quella prima colonia nella Repubblica Dominicana. Molti sono già alla sesta generazione.