Le relazioni tra due paesi prima di diventare
diplomatiche sono naturali. Ci sono fiumi con il loro corso e canali
artificiali. Le relazioni tra l'Italia e la Repubblica Dominicana sono
soprattutto storiche e quindi naturali da tutti i punti di vista sin dalla
scoperta dell'America ai nostri giorni e raggiungono il livello diplomatico
subito dopo che entrambe le nazioni sono state riconosciute dalla comunità
internazionale. Un fiume quindi che è cresciuto, cresce e continuerà sempre a
crescere. Il corso di un canale artificiale lo si può interrompere o lo si può
modificare o semplicemente eliminare. Lo stesso non succede con il corso di un
fiume: le sue acque continueranno a fluire, non importa ciò che l'uomo faccia,
e cercheranno sempre di ritornare sul loro corso originale.
ISTAURAZIONE DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE
L'iniziativa di portare a livello diplomatico le
relazioni di entrambi i paesi fu del cittadino italiano Angiolino Vicini
Trabucco che verso la fine del secolo XIX donò a questo scopo al Regno D'Italia
i terreni sui quali costruire la sua ambasciata. Già all'epoca i legami tra i
due paesi erano così stretti che una relazione a livello diplomatico si rendeva
indispensabile.
PRIMA COLONIA ITALIANA
Nel secolo XIX, fondamentale nella storia
dominicana, perché è il secolo dell'indipendenza di entrambe le nazioni
dell'isola, la presenza italiana nella vita di ciò che oggi è la Repubblica
Dominicana assume grande rilievo. Nasce e si sviluppa la prima colonia
italiana. Il secolo XIX è stato il secolo del maggiore afflusso di famiglie
italiane nella parte spagnola dell'isola. Da Genova giunsero abili uomini di
mare, esperti nell'armare golette e nell'arte della navigazione. Alcuni si
trovavano nella Repubblica Dominicana prima della separazione da Haiti,
proclamata il 27 febbraio 1844.
Già verso l'inizio del secolo XIX, al seguito del
generale Le Clerc comandante delle truppe napoleoniche, si stabilirono nella
parte spagnola dell'isola diversi italiani i cui cognomi esistono ancora e che
occuparono e occupano posizioni in ambito sociale e governativo importanti:
Billini, Piantini, Fiallo, Cocco, tra gli altri. Un Billini fu presidente
provvisorio e un altro sacerdote e quest’ultimo si distinse come filantropo e
oggi il suo cognome italiano viene menzionato costantemente dappertutto nel
paese con il significato di persona generosa sempre ben disposta verso gli
altri.
Inoltre tra i trinitari di Juan Pablo Duarte si
trovava un oriundo genovese per via paterna, Juan Nepomuceno Ravelo, che si
distinse nella lotta per l'indipendenza e che rivestì importanti cariche
politiche.
Anche nella guerra di indipendenza sono stati
presenti due navigatori italiani di Genova, Giovanni Battista Cambiaso e
Giovanni Battista Maggiolo.
Un discendente di italiani, di genovesi, Arturo
Pellerano, fu il fondatore del giornale Listín Diario, attualmente forse il più
importante giornale dominicano. Gli italiani parteciparono attivamente agli avvenimenti
del secolo XIX ed è in quell'epoca che nasce la loro prima colonia, soprattutto
con l'arrivo dei nativi di Santa Domenica Talao.
COLONIA DI ITALIANI PROVENIENTI DA SANTA DOMENICA
TALAO IN PROVINCIA DI COSENZA
Tutto iniziò 150 anni fa. La Spagna si ritirava
volontariamente dalla Hispaniola e i Savoia conquistavano il Regno di Napoli. A
quei tempi un tale "sergente" oriundo di Santa Domenica Talao, che
era al seguito dell'esercito Borbone a Puerto Plata, ritornò in patria ed ebbe
modo di constatare la grave crisi che vi esisteva a causa delle nuove leggi dei
Savoia. Il "sergente" raccontò ai suoi compaesani che veniva da un
paese del nuovo mondo con leggi moderne e voglia di progredire. È stato il
primo a fare ritorno a Puerto Plata che a quel tempo era la capitale della
Repubblica Dominicana. Poco a poco a questo sergente fecero seguito altri
conterranei e il gruppo si infoltì. Molti prosperarono. Un esempio di questo fu
la casa Di Vanna & Grisolia, che riuscì quasi ad avere il monopolio
dell'esportazione di tutta la regione del Cibao. Molti di loro si unirono per
formare un'associazione denominata "Pro Santa Domenica Talao" allo
scopo di inviare fondi alla loro impoverita patria. Queste somme di danaro sono
state utilizzate dalle autorità e i dettagli delle spese sono stati resi
pubblici. Attualmente sono migliaia i discendenti di quella prima colonia nella
Repubblica Dominicana. Molti sono già alla sesta generazione.