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mercoledì 3 gennaio 2024

Violenza nei Caraibi, una “epidemia” preoccupante con alti tassi di omicidi

 



Le guerre tra bande criminali e la proliferazione di armi illegali hanno reso la violenza la preoccupazione più urgente dei governi dei paesi caraibici, dove il tasso di omicidi supera di gran lunga la media mondiale.

La segretaria generale della Comunità dei Caraibi (Caricom), Carla Barnett, ha definito questo flagello come "un'epidemia", e ha esortato ad "aumentare le risorse umane e finanziarie, affrontando le cause profonde della criminalità e mitigando l'impatto devastante della violenza nelle società".

Secondo il rapporto “Caribbean Firearms Study” del 2023, il tasso di morti violente nei paesi Caricom è quasi tre volte superiore alla media globale e più della metà degli omicidi coinvolge armi da fuoco.

I membri Caricom sono Antigua e Barbuda, Barbados, Bahamas, Belize, Dominica, Grenada, Guyana, Haiti, Giamaica, Montserrat, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Suriname e Trinidad e Tobago.

L’ultimo studio dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha inoltre indicato che i Caraibi hanno sperimentato “l’aumento più spettacolare della violenza omicida negli ultimi anni, in gran parte dovuto all’intensa competizione tra bande criminali” attraverso i mercati della droga.

La Giamaica è al primo posto nel pianeta in termini di vittime di violenza interpersonale letale, con un tasso di 53,3 omicidi ogni 100.000 abitanti, e anche in Paesi piccoli come Santa Lucia si arriva a 36,7, secondo i dati dell'UNODC.

Un altro dei paesi in cui la violenza si è esacerbata negli ultimi tempi è Trinidad e Tobago, dove l’aumento annuo del tasso di omicidi è stato del 22%, fino a 39,5 casi ogni 100.000 abitanti. Nel 2022 ci sono stati più di 600 omicidi, rispetto ai 352 di dieci anni prima.

Secondo il "Caribbean Firearms Study", il mercato interno degli Stati Uniti è una delle principali fonti di armi da fuoco e munizioni illecite, che vengono trasportate nei Caraibi tramite aerei di linea commerciali, servizi postali e di pacchi espressi e compagnie aeree di trasporto marittimo.

Il primo ministro delle Bahamas, Philip Davis, ha riferito quest'anno che il 98,6% di tutte le armi da fuoco illegali recuperate nel suo paese hanno la loro origine diretta negli Stati Uniti.

Le Bahamas, insieme ad Antigua e Barbuda, Trinidad e Tobago e Saint Vincent e Grenadine, si sono unite al Messico in una causa da 10 miliardi di dollari contro diversi produttori di armi statunitensi, che ritengono responsabili dei danni causati nei loro territori per quella merce.