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giovedì 22 marzo 2018

I linciaggi un tema sempre all’ordine del giorno. La giustizia sommaria prolifera soprattutto nelle province



I linciaggi continuano a occupare spazio nelle prime pagine dei giornali e suscitano talvolta delle polemiche a livello nazionale. La gente sta prendendo la giustizia nelle proprie mani.
Secondo un sondaggio della Gallup del 2016, per il 71% della popolazione il sistema giudiziario dominicano non funziona e per il 93% la legge viene applicata in modo arbitrario e discriminatorio a seconda delle condizioni sociali degli imputati.
Nella provincia La Vega due persone sono state linciate a seguito dell’omicidio di un commerciante del quale sono stati accusati dalla folla. Uno di loro è stato addirittura bruciato vivo.
Queste situazioni di regola, che si sappia, non danno luogo a indagini per accertare le responsabilità dei linciaggi.
Praticamente chi ha una vocazione omicida può sentirsi realizzato in queste occasioni senza temere minimamente il rigore della legge. Torturare, seviziare, tagliare a pezzi una persona o vedere magari come si contorce mentre brucia viva o viene elettrocutata sono spettacoli che per gli appassionati non capitano tutti i giorni. E a quanto pare i cultori di questo tipo di spettacolo sono molto più numerosi di quanto sembra e si trovano ad ogni angolo di strada e a qualunque ora del giorno.
Non è che io sia dalla parte dei delinquenti e penso che la gente abbia ragione anche a reagire ferocemente, ma non è un segno di grande civiltà e nessuna nazione al mondo può sentirsi onorata quando nel suo territorio prolifera la giustizia sommaria.
E c’è anche il rischio concreto di venire linciati a seguito di false accuse come è già capitato. Qualcuno si mette a urlare al ladro, al ladro e una volta caduto nella rete dei linciatori non c’è verso di dimostrare alcunché. Il malcapitato è morto e spacciato...
Non tanto tempo fa è successo che un generale rapinato della sua pistola inseguisse il malvivente per degli isolati imbracciando un fucile e sparando ogni tanto in mezzo alle strade del popoloso rione di Los Mina come se fosse nel Far West. Il generale ha trovato infine il suo assalitore ammanettato dalla polizia e steso per terra, ciononostante gli ha sparato alla schiena uccidendolo senza pensarci due volte.
Un omicidio premeditato e a sangue fredda da punire con il massimo rigore della legge, invece una volta arrestato il generale è stato messo subito in libertà a furor di popolo.


I linciatori non vengono puniti ed è per questo che ci sono queste feste sanguinarie con il morto: calci, sputi, pugni, colpi di machete, coltellate, bastonate, cremazioni in vita e chi più ne ha più ne metta. Gli assassini per vocazione possono dare sfogo così ai loro istinti più reconditi senza rispondere davanti alla legge.
Ho assistito a un caso in cui dopo aver ridotto in poltiglia il malcapitato, un vicino “operoso” si è presentato sul posto con il kit elettrico completo per l’elettrocuzione finale. E l’arrivo della polizia è stato provvidenziale per la vittima già predestinata.
Recentemente un medico è riuscito ad avere la meglio sul suo aggressore armato che gli aveva sottratto 48.000 pesos e nella colluttazione uno sparo ha ferito a una gamba suo nipote presente. Il medico poi ha tenuto immobilizzato il delinquente mentre la folla lo aggrediva.

L’arresto del medico e la misura di coercizione inflittagli ha sollevato molte proteste talché il medico a furor di popolo è stato rilasciato poco dopo.
Stranamente è stato arrestato il medico che non ha colpito in nessun momento il delinquente immobilizzato e invece non si è dato corso a nessuna indagine per individuare le responsabilità dell’esecuzione sommaria.
Si potrebbe dire che i linciaggi sono un fenomeno nella Repubblica Dominicana la cui diffusione viene in qualche modo promossa.
In uno stato di diritto non dovrebbe essere così.