La costituzione per noi italiani è un
complesso di norme di riferimento modificabile in via eccezionale e con larghissime
maggioranze e laboriose procedure. Nella Repubblica Dominicana non è così. Tant’e
che questa ha subito fin dall'anno della sua prima approvazione nel 1844 ben 39
modifiche. Le riforme più recenti si sono verificate nel 1994, nel 2002, nel
2010 e nel 2015. Il tema principale sul quale queste riforme hanno inciso è sempre
stato la possibilità di rielezione del presidente in carica.
La rielezione era un tema controverso
prima della citata modifica del 1994. Il partito riformista PRSC era
rielezionista per antonomasia ed era stato più volte denunciato anche a livello
internazionale per brogli. Avendo nel 1994 il PRD, il suo grande avversario di
sempre, ottenuto l'abolizione definitiva della rielezione, c’è stata una gran
festa. Una volta però giunto al potere nella persona di Hipólito Mejía questo
stesso partito ha proposto e ottenuto il ripristino della rielezione: il
presidente eletto, analogamente agli Stati Uniti, avrebbe potuto farsi eleggere
per un secondo mandato e poi mai più.
Tale riforma rimetteva in gioco Leonel
Fernández che era stato presidente dal 1996 al 2000 e che non avrebbe potuto
candidarsi mai più.
Fernández ha assunto la presidenza nel
2004 e poi è stato rieletto nel 2008. Di sua iniziativa la costituzione è stata
modificata con una rielezione possibile a periodi alterni e indefinitamente.
Danilo Medina giunto alla presidenza nel
2012 riformava ancora la costituzione nel 2015 in modo da farsi rieleggere nel
2016.
Questa nuova riforma costituzionale,
attualmente ancora vigente, prevede due periodi successivi e poi mai più,
analogamente alla versione del 2002.
In un articolo transitorio di tale
ultima riforma si esclude però per Danilo Medina la possibilità di un doppio
mandato, che sarebbe poi in realtà il terzo. Ora invece se ne riparla…
Una nuova riforma costituzionale sembra
poco probabile. Recentemente però c'è stata la richiesta alla Corte
Costituzionale dell'esame dell'articolo transitorio della costituzione che
prevede il divieto di ripresentarsi per un secondo periodo a Danilo Medina. Questo
articolo, si afferma, sarebbe incostituzionale perché ad personam.
Si profilano grandi movimenti intorno a una
nuova riforma costituzionale. La resistenza però contro questa iniziativa è decisa
e non pare che possa avere vita facile.
Una buona parte del partito di governo
con l'ex tre volte presidente Leonel Fernández a capo si sta schierando contro e
anche il PRM il primo partito in assoluto per numero di elettori è pronto a
riversarsi per le strade al primo cenno concreto di riforma in seno al
parlamento.
Poi c'è la Marcia Verde della protesta
anticorruzione che non solo non è d'accordo con la rielezione, ma propone addirittura
l'impeachment dell'attuale presidente.
Chi pensa però che il tema della
rielezione sia bandito dal tavolo politico e che non se ne riparlerà più sbaglia.
Le cose non stanno così, le velleità di
continuazione nel potere sono forti e convinte e poi come ben si sa il potere
logora chi non ce l'ha.