Secondo il viceministro Mario Giro si migliorerebbe
l’efficienza del voto all’estero promuovendo la registrazione preventiva degli
elettori. Praticamente si propone così lo stesso sistema adottato in occasione
delle ultime elezioni del Comites. Una procedura laboriosa che comunque resta
nell’ambito del voto per corrispondenza, con tutte le sue pecche. Ricordiamo bene
com’è andata quella volta e quanti voti sono andati persi per un motivo o per
l’altro, in particolare perché non giunti in tempo in ambasciata per
inconvenienti postali o perché rifiutati dall’ambasciatore Curcio in quanto
consegnati a mano.
Mario Giro sostiene che diminuirebbe così la
partecipazione al voto, ma che aumenterebbe l’affidabilità. Ragionamenti che
però sono carenti in quanto non esiste una commisurazione dell’affidabilità
dell’attuale voto per corrispondenza.
Le considerazioni di Mario Giro sono poco concrete.
Prospettano una minore partecipazione al voto e una maggiore affidabilità. La
prima eventualità è più che sicura e la seconda per nulla affatto. Del resto se
il voto con preventiva registrazione è stato partorito dalla sua mente è giusto
che cerchi di rilanciarlo. L’interrogativo che ci poniamo è come faccia l’attuale
vice-ministro dopo i pasticci che ha combinato (vedi smantellamento rete
diplomatica e chiusura dell’ambasciata di Santo Domingo) ad occupare ancora una
carica così importante.
Speriamo che questa situazione duri ancora per poco
e cioè che ce ne possiamo liberare di lui e degli altri integranti il suo
staff, ma nemmeno questo è sicuro: governi tecnici e inciuci vari sono sempre
in agguato!
Ed è anche probabile che all’interno della Farnesina
restino gli stessi funzionari che tanto danno hanno fatto alla rete diplomatica.
Ce li ritroveremo lì ancora per i prossimi 5 anni? Questo sarebbe senz’altro
positivo non per noi italiani residenti all’estero certamente, ma per i paesi
africani sovvenzionati con larghezza anche quando primeggiano nella classifica
dei paesi più corrotti del mondo.
La registrazione preventiva dei votanti non è una
soluzione.
Il voto per corrispondenza non va bene? Lo sappiamo
ora! C’è gente che si rende conto dopo quattro elezioni politiche che il
sistema non va: i non eletti e coloro che hanno perso per la strada decine di
migliaia di voti e qualche parlamentare. Chi non accetta la sconfitta scalpita
e accusa, vede brogli dappertutto. Troppo facile!
Il voto per corrispondenza ha i suoi difetti, ma non
consente brogli a livelli industriali come sostiene l’ex onorevole Fabio Porta.
Funziona abbastanza bene e per funzionare meglio bisognerebbe che fosse
sostituito dalle urne. Queste garantiscono maggiore sicurezza e affluenza nonché
un minore numero di voti nulli. Ad esempio nella Repubblica Dominicana se si
potesse votare in ambasciata, il numero di votanti sarebbe superiore perché la
stragrande maggioranza degli elettori vive nell’area del gran Santo Domingo. Si
dovrebbe votare nell’arco di una settimana tanto per evitare affollamenti,
assegnando a un certo numero di elettori, ad esempio per ordine alfabetico, la
possibilità di votare in determinate giornate. A supporto di questa soluzione
ci sarebbero anche i consolati e viceconsolati onorari ed eventualmente le urne
itineranti.
Recentemente hanno votato i russi e lo hanno fatto
con le urne e in giornate diverse addirittura anche con urne itineranti.
Lo possiamo fare anche noi qui e dappertutto,
persino nelle vastissime Pampas…