Continuano le limitazioni per l’acquisto di valuta
estera sul mercato. Questa situazione ha originato delle difficoltà in alcuni
settori produttivi per i pagamenti dei debiti in scadenza. Benché nelle ultime
settimane il Banco Central abbia effettuato alcune iniezioni di dollari sul
mercato in misura ridotta, la pressione non è cessata.
Le agenzie distributrici di veicoli figurano tra le
imprese che più risentono di queste difficoltà di accesso al mercato cambiario.
Le banche vendono quantitativi massimi che
difficilmente superano i 50.000 dollari e soltanto ai loro clienti.
Il mercato cambiario dominicano sta negoziando
giornalmente cifre che oscillano tra i 90 e i 125 milioni di dollari che sono i
livelli usuali di commercializzazione di valuta.
La quotazione del dollaro però si è incrementata a
un ritmo più elevato rispetto a un anno fa, dal che si desume la presenza di
pressioni sull’offerta cambiaria. Il tasso di deprezzamento del peso è arrivato
al 3,98% negli ultimi 12 mesi, mentre un anno fa era del 3,32%.
Secondo fonti ben informate, ci sono settori
generatori di valuta per l’economia che stanno trattenendo i dollari a scopo
speculativo in attesa di una marcata svalutazione del peso.
Il piazzamento di titoli di stato denominati in
dollari nel mercato finanziario internazionale da parte del governo lo scorso
febbraio ha originato un aumento inusuale delle riserve valutarie internazionali
che alla fine di detto mese ammontavano a 8.050 milioni di dollari. La
disponibilità c’è, ma non vi si attinge.
All’origine delle menzionate speculazioni e della
riluttanza del Banco Central a intervenire decisamente sull’offerta di dollari,
c’è il pressoché sicuro aumento del corso del dollaro nei prossimi mesi a
seguito del previsto rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve.
Anche per l’euro è in corso un processo di
irrigidimento della politica monetaria che dovrebbe mantenere alto il suo corso
durante tutto l’anno.