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lunedì 26 marzo 2018

La criminalità e le leggi migratorie sono temi che interessano la nostra comunità e che vanno visti in un contesto più ampio




Recenti articoli pubblicati su questo blog hanno sollevato rimostranze da parte di alcuni connazionali. E passo subito al loro esame.

144 omicidi in 26 mesi di membri delle forze dell’ordine per privarli delle loro armi di ordinanza
Sicuramente questo è un dato allarmante. Rientra nella tematica generale della criminalità. I delinquenti sono alla ricerca dei loro attrezzi da lavoro e uccidono per questo. Evidentemente avere un’arma addosso ed esibirla è un po’ come firmare la propria condanna a morte. Manca il dato dei civili che sono stati ammazzati per lo stesso motivo. Sicuramente tanti. Qualcuno sostiene che gli omicidi si verificano dappertutto, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti ecc., ed è vero, ma esiste un contesto che non va ignorato e questo riguarda i dati statistici relativi agli omicidi ogni 100.000 abitanti. In base a questo tasso di riferimento finire morti ammazzati nella Rep. Dominicana è 30 volte più probabile che in Italia. Qui si verificano 25 omicidi l'anno ogni 100.000 abitanti, in Italia invece ci fermiamo a meno di 1 omicidio ogni 100.000 abitanti. E teniamo presente che investigazioni approssimative e autopsie frettolose sono all’ordine del giorno come abbiamo potuto apprezzare nei casi di Fernando Ranni e Alessandro Grandis.
È bene quindi che il connazionale conosca questo contesto statistico. La prudenza non è mai troppa. Qui si può morire per una discussione su un parcheggio, per una birra negata a un balordo e per tanti altri banalissimi motivi.


Linciaggi
Anche i linciaggi sono nell’occhio del ciclone. Raccapricciante è soprattutto l’immagine del corpo di un presunto delinquente che viene bruciato sulla strada. E la stampa dominicana sostiene che il malcapitato sia stato addirittura arso vivo. Certi connazionali si sono indignati. Comunque nei linciaggi di allarmante c’è semmai che in ogni angolo della strada ci sia un team si fa per dire pronto a intervenire per torturare, vivisezionare e magari bruciare vivo un altro essere umano e a divertirsi nel farlo. E ogni riferimento all’evento criminale è puramente casuale. Non esistono accertamenti di sorta. Basta una voce di allarme e la condanna a morte è definitiva. Anche questo aspetto va tenuto presente, non si sa mai che un giorno un’accusa infamante possa essere rivolta a qualcuno di noi, non dico di furto, ma di trafficanti di organi, pedofilia ecc. avviando così il meccanismo del linciaggio. È già successo.


Respingimenti negli aeroporti, deportazioni, applicazioni contraddittorie delle leggi migratorie
Secondo il rapporto del 2017 dell’"US News and World Report" la Repubblica Dominicana è uno dei peggiori posti al mondo per emigrare
La Repubblica Dominicana non favorisce l’immigrazione. Questo è un dato ben noto. Tra gli 80 paesi a livello mondiale presi in considerazione la RD occupa il 70esimo posto.
Nella prima posizione, secondo questa organizzazione si trova la Svezia, seguita da Canada e Svizzera.
L’Italia è al 19esimo. Questo nonostante spenda fior di quattrini per andare a prendere i migranti a casa loro e per ospitarli nel suo territorio a corpo di re!
La posizione occupata dalla Repubblica Dominicana è stata la 70esima. L'anno scorso invece si era classificata 51esima. Un bel calo in un anno! Del resto dire che la Repubblica Dominicana favorisce l'immigrazione sarebbe sicuramente fuori luogo. Sembra infatti che non la voglia proprio. Il rilascio del visto di ingresso da chiedere al consolato dominicano del paese di partenza oltre a essere costosissimo è anche un terno al lotto.
Le leggi sull’immigrazione della Repubblica Dominicane lasciano molto a desiderare, inoltre lo straniero anche se regolarmente residente, e non importa quanto abbia investito nel Paese, può essere deportato da un momento all'altro, con quanto ha addosso, senza andar tanto per il sottile con le motivazioni, in forza dell'insindacabile giudizio di un pubblico ministero qualunque.
 Lo stesso può succedere nei respingimenti agli aeroporti. Questi hanno destato allarme soprattutto per i soggiorni precedenti superiori ai 30 o ai 60 giorni a seconda dell’interpretazione della legge 285 04 e delle norme che regolano l’emissione della carta turistica.
Negli Stati Uniti tanto per citare un esempio se si superano i 90 giorni consentiti ai turisti non si può più accedere al paese per i successivi 10 anni. E a nessuno importa se il turista ha delle proprietà o degli interessi economici negli Stati Uniti.

Ci sono voci comunque di un riesame in atto della legge sull’immigrazione da parte del potere legislativo. Vedremo se qualcosa cambierà in meglio, soprattutto relativamente alla certezza del diritto perché lasciare tutto alla completa discrezionalità del funzionario della dogana o dell’autorità di accertamento del soggiorno regolare non è una soluzione ottimale.