Giuseppe Sgarbi 79enne nato a Cervia risiedeva a
Puerto Plata da decenni. Tant’è che lo si è accusato di essere ai vertici di
una rete di pornografia infantile e tratta di persone che operava in tutta l’area
caraibica sin dagli anni ‘80.
Quando si tratta poi di stilare i capi di accusa da
queste parti non si va per il sottile e spesso si va oltre le colpe accertate
soprattutto quando si tratta di stranieri, nei confronti dei quali sono
presenti dei ricorrenti luoghi comuni. In effetti il pubblico ministero
titolare ha dichiarato che: “Si tratta di una condanna esemplare che lancia un
messaggio forte e chiaro agli stranieri che cercano di utilizzare il Paese per
queste atrocità contro minorenni vulnerabili e genitori irresponsabili”.
Certamente da queste affermazioni del pubblico ministero si riesce a desumere
una certa xenofobia, da noi la chiamano razzismo, qui non si può. E non che io
voglia prendere le parti dell’anziano connazionale sia ben chiaro.
Di fatto però hanno trovato nella perquisizione
fatta l’anno scorso nella sua residenza due adolescenti di 16 e 17 anni che
sarebbero state pagate per delle riprese a luci rosse . Il compenso 2.000
pesos. Genitori consenzienti con tanto di contratti firmati e che non si sono
presentati come parte civile.
Dopo un anno di carcere preventivo Giuseppe Sgarbi è
stato condannato a 15 anni di reclusione da scontare nel Centro Correzionale e
di Riabilitazione San Felipe dove ha trascorso già un anno di carcere
preventivo. Difficilmente vista la sua età ne uscirà vivo.
I pubblici ministeri hanno dimostrato davanti al
tribunale che gli elementi di prova erano sufficienti per sostenere la
responsabilità penale dell’imputato e per giustificare la sua condanna. I capi
di imputazione in sintesi: traffico illecito di immigrati, tratta di persone,
reati di alta tecnologia con tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale
commerciale, abuso fisico e psicologico di minorenni e pornografia infantile ai
danni delle adolescenti J.M. e W.P. di 16 e 17 anni rispettivamente.
Nel suo appartamento sono stati rinvenuti apparecchi
elettronici con migliaia di immagini pornografiche registrate secondo l’accusa
nella residenza del connazionale, nelle quali compaiono minorenni dagli 11 ai
16 anni. Sono state presentate nelle udienze anche diverse registrazioni di
conversazioni nelle quali l’imputato parlava con bambine di diverse età,
cercando di convincerle a recarsi a casa sua.
Speriamo che il nostro connazionale nel centro
correzionale abbia tempo nei prossimi 15 anni di ravvedersi.
Se tutto va bene verrà rilasciato all’età di 94
anni!