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venerdì 30 novembre 2018

Autoriciclaggio: una coppia italo-dominicana nei guai


L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e spazio all'aperto

Autoriciclaggio: chiesti dal PM di Aosta sei anni di carcere per i due imputati, una coppia convivente, lei dominicana, Bienvenida Herrera Nuñez (53), lui, italiano, Antonino Tripodi (55).
Vediamo di capire cos’è successo perché può risultare istruttivo. Josefina è titolare del salone “Josefina hair stylist” di via Torino ad Aosta. Il suo convivente Antonino Tripodi è dipendente dell’Agenzia delle Entrate.
Josefina dal 2000 al 2016 non ha versato 231 mila euro di imposte. Queste risultano da 129 cartelle esattoriali con un debito relativo alle sole imposte stimato proprio in 231 mila euro.
La Josefina avrebbe inviato alla Repubblica Dominicana tramite carte prepagate (circa 124 mila euro) e Money Transfer (106 mila euro) a se stessa e al Tripodi che le avrebbe messo a disposizione il suo conto.
La parrucchiera dominicana avrebbe acquistato a Santo Domingo un attico e una villa con piscina fuori città oltre a due saloni di bellezza.
Il capo di imputazione: Autoriciclaggio e associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte aggravata.
L’associazione a delinquere qui si fonda sul fatto che sarebbero tre le persone coinvolte, oltre alla coppia convivente anche la persona che riceveva i soldi nella Repubblica Dominicana. L’avvocato difensore ha sostenuto che chi riceveva il denaro non poteva essere al corrente che si trattasse di un auto riciclaggio perché questi venivano inviati secondo modalità perfettamente legali. In secondo luogo sempre secondo l’avvocato non c’è prova dei possedimenti a Santo Domingo: le uniche fonti sono le dichiarazioni di due ex dipendenti di Josefina Herrera.
Sicuramente sarà difficile accertare la proprietà della signora di quei beni. A volte non ci si riesce nemmeno con il titolo di proprietà in mano.
Comunque certo, dà nell’occhio il fatto che siano state emesse 129 cartelle esattoriali e che il salone fosse ancora aperto.
Sarà che il fatto che il Tripodi fosse dipendente dell’Agenzia delle Entrate ha facilitato le cose?
Insomma come si vede, tutto il mondo è paese!
La sentenza è prevista per l’8 gennaio.