Autoriciclaggio: chiesti dal PM di Aosta sei anni di
carcere per i due imputati, una coppia convivente, lei dominicana, Bienvenida
Herrera Nuñez (53), lui, italiano, Antonino Tripodi (55).
Vediamo di capire cos’è successo perché può
risultare istruttivo. Josefina è titolare del salone “Josefina hair stylist” di
via Torino ad Aosta. Il suo convivente Antonino Tripodi è dipendente
dell’Agenzia delle Entrate.
Josefina dal 2000 al 2016 non ha versato 231 mila
euro di imposte. Queste risultano da 129 cartelle esattoriali con un debito
relativo alle sole imposte stimato proprio in 231 mila euro.
La Josefina avrebbe inviato alla Repubblica
Dominicana tramite carte prepagate (circa 124 mila euro) e Money Transfer (106
mila euro) a se stessa e al Tripodi che le avrebbe messo a disposizione il suo
conto.
La parrucchiera dominicana avrebbe acquistato a
Santo Domingo un attico e una villa con piscina fuori città oltre a due saloni
di bellezza.
Il capo di imputazione: Autoriciclaggio e
associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione fraudolenta al pagamento
delle imposte aggravata.
L’associazione a delinquere qui si fonda sul fatto
che sarebbero tre le persone coinvolte, oltre alla coppia convivente anche la
persona che riceveva i soldi nella Repubblica Dominicana. L’avvocato difensore
ha sostenuto che chi riceveva il denaro non poteva essere al corrente che si
trattasse di un auto riciclaggio perché questi venivano inviati secondo
modalità perfettamente legali. In secondo luogo sempre secondo l’avvocato non
c’è prova dei possedimenti a Santo Domingo: le uniche fonti sono le
dichiarazioni di due ex dipendenti di Josefina Herrera.
Sicuramente sarà difficile accertare la proprietà
della signora di quei beni. A volte non ci si riesce nemmeno con il titolo di
proprietà in mano.
Comunque certo, dà nell’occhio il fatto che siano
state emesse 129 cartelle esattoriali e che il salone fosse ancora aperto.
Sarà che il fatto che il Tripodi fosse dipendente
dell’Agenzia delle Entrate ha facilitato le cose?
Insomma come si vede, tutto il mondo è paese!
La sentenza è prevista per l’8 gennaio.