Augusto “Willie” Falcon, cubano statunitense, uno
dei capi della rete di narcotraffico in auge negli anni ‘80 e inizi ’90, i cui
integranti erano noti come i “cowboy” della cocaina. Ha finito di scontare la
sua condanna di 20 anni di reclusione ed è stato “deportato” nella Repubblica
Dominicana. Gli americani deportano i naturalizzati una volta in libertà.
Questo è risaputo. Il Falcon ha chiesto di non essere inviato a Cuba perché
temeva per la sua vita. E allora sono stati presi accordi con la Repubblica
Dominicana ed eccolo qui fra noi. Benvenuto? Non tanto!
Nel 1991 fu accusato del contrabbando di almeno 75
tonnellate di cocaina dalla Colombia verso gli Stati Uniti. Venne assolto in
prima istanza perché riuscì a corrompere i membri della giuria. Nel processo di
appello è stato condannato a 20 anni di reclusione che ha finito di scontare
nel mese di giugno del corrente anno.
Gli americani non lo vogliono, anche se è un
cittadino americano. E già… potrebbe riprendere l’attività criminale! A Cuba
non ci vuole andare. Teme per la sua vita. Del resto nel suo paese di origine
ha poche probabilità di riprendere il lucrativo business direttamente o
indirettamente, sfruttando la sua rete di conoscenze e l’esperienza acquisita.
E allora cosa rimane? La Repubblica Dominicana ovvio!