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giovedì 1 novembre 2018

La storia della neo costituita associazione U.C.I.E. di Boca Chica: un’associazione che fa finta di essere italiana





I membri del direttivo sono tutti italiani, le convocazioni finora effettuate hanno riguardato solo italiani se si esclude qualche coniuge dominicano e quindi facente parte della comunità.
Stranamente si dice una cosa e si fa un’altra.
Avevo aderito al Consiglio Direttivo ma vista l’ambiguità dell’oggetto sociale mi sono dimesso. Non intendo certo partecipare a un progetto non esclusivamente italiano.
Ma l’italianità di questa associazione sembra solo essere strumentale e il livello di partecipazione alle decisioni da parte dei soci è praticamente nullo.
Decide esclusivamente il consiglio direttivo. Sono stati convocati gli italiani a una riunione a Boca Chica che ha avuto luogo il 20 settembre. A questa hanno partecipato circa una ventina di connazionali e si è deciso di delegare a tre persone lo studio dello statuto.
Successivamente è stato costituito un primo consiglio direttivo ed è stato approvato uno statuto. L’associazione prendeva il nome di Unión de Comunidades Italianas y Extranjeras.
Strada facendo alla comunità italiana sono state aggiunte le altre comunità di immigrati residenti a Boca Chica. Si tratta di un’estensione che i partecipanti alla prima riunione non potevano certo prevedere visto che si aspettavano come mi aspettavo io un’associazione interessata esclusivamente alla comunità italiana.
Attraverso “piccoli” malintesi si è quindi giunti alla costituzione di un’associazione per tutte le comunità straniere di Boca Chica, un’ambizione che desta delle perplessità.
Ma i “piccoli” malintesi non finiscono qui.
Questa associazione alla quale hanno aderito sette persone, tutte facenti parte del consiglio direttivo e tutte italiane ora vuole acquisire soci.
Di fatto a cosa serve un’associazione senza soci? E quindi è stata ora lanciata una campagna di adesioni, sempre ovviamente nell’ambito della comunità italiana che però di fatto è una delle tante comunità interessate. Ecco il testo:
“Il presidente Visca comunica:
La Giunta Direttiva del U.C.I.E., al fine di dare la più ampia
partecipazione alla nostra Associazione, ha modificato lo
Statuto nel seguente modo:
1) Socio attivo, ha diritto di partecipare alle Assemblee
con diritto di parola e di voto. Dovrà pagare per l'iscrizione la somma di 1.200 pesos annui, pari a 100 pesos mensili.
2) Socio ordinario, ha diritto di partecipare alle Assemblee
con il solo diritto di parola e non deve pagare nessun onere di iscrizione.”

Quanto costa l’adesione è abbastanza chiaro: 1200 pesos se si vuole avere diritto di voce e voto alle assemblee, niente se si vuole avere diritto di solo voce.
Le assemblee però ai sensi dello statuto possono essere generali o straordinarie. Le prime si tengono una volta l’anno entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio e le seconde hanno carattere eccezionale.
Quindi il diritto di partecipazione all’assemblea si riduce di fatto a una sola volta l’anno.
Tra malintesi e malintesi ne è venuta fuori un’associazione guidata da italiani, sostenuta da italiani ma interessata a tutte le comunità.
Niente da ridire al riguardo.
Il ricorso ai malintesi per raggiungere dei risultati non è però un buon segno, soprattutto agli inizi.
Gli italiani in questa associazione sembrano avere soltanto carattere strumentale.
Le finalità sono altre e avremo modo di individuarle un po’ alla volta. Tempo al tempo!