Oggi si festeggia la giornata nazionale del
Merengue, la musica che maggiormente caratterizza la nazione dominicana. Un
tipo di musica e di ballo che si originò nella Repubblica Dominica e che è diventato
popolare in America Latina e in diverse importanti città degli Stati Uniti dove
vivono numerose comunità ispane.
L’organizzazione delle Nazioni Unite per
l’educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha dichiarato il merengue
Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
La decisione è stata presa dato che il merengue
dominicano “svolge un ruolo attivo in numerosi ambiti della vita quotidiana
della popolazione: l’educazione, le riunioni sociali e amichevoli, gli
avvenimenti festivi e anche le campagne politiche”.
Il Merengue nasce nel 1840 circa nella regione
Cibao. All’origine il suo nome che persiste ancora insieme a quello di
“Merengue tipico”, fu Perico Ripiao. Si dice che così si chiamava un bordello
dove si suonava la musica al tempo.
Si affermò velocemente nella regione nord nonostante
venisse osteggiato dai ceti sociali più alti per gli espliciti e frequenti
riferimenti sessuali e verso la fine dell’800 si definì per stile e strumenti:
la guira, di tradizione taina, la fisarmonica, portata dai tedeschi, e la tambora
di tradizione africana. Rappresenta con gli strumenti quindi le tre componenti
etniche che conformano il dominicano tipico: la taina, la europea e la
africana.
Successivamente il dittatore Trujillo negli anni ’30
del ‘900 lo diffuse in tutto il territorio facendolo diventare la musica
nazionale e favorendo la sua evoluzione verso il merengue da salone con
strumenti cambiati ma stesso ritmo. Questo è il tipo di merengue noto a livello
internazionale. Attualmente sta prendendo piede il merengue urbano.