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venerdì 30 novembre 2018

Le rappresentanze diplomatiche di Haiti appoggiano il dialogo tra il governo e i manifestanti


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La comunità internazionale di Haiti ha appoggiato l’impegno del governo haitiano di continuare con il dialogo con i settori sociali e politici del paese per uscire dall’attuale crisi e soddisfare le aspettative della popolazione.

Il Core Group, integrato dalla rappresentante delle Nazioni Unite, dagli ambasciatori di Germania, Brasile, Canada, Spagna, Stati Uniti, Francia e Unione Europea e dal rappresentante dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ha dichiarato che gli atti di violenza con l’intenzione di provocare la dimissione delle autorità legittime non rientrano nel processo democratico. Ha inoltre condannato energicamente la violenza sulle strade in occasione delle manifestazioni di protesta dei giorni recenti con perdite di vite umane che secondo le autorità nazionali ammontano a 9.

Ieri, il presidente Jovenel Moise ha reiterato la sua disponibilità al dialogo e ha chiesto all’opposizione di attendere le elezioni per assumere il potere, una chiara allusione alla campagna antigovernativa scatenata da diversi settori che incita la popolazione alla violenza e a rimanere sulle strade.

Una situazione quella attuale in corso ad Haiti che ricorda i fatti che hanno portato alla destituzione del presidente ucraino Viktor Ianukovich nel 2014 in seguito a manifestazioni di protesta della popolazione sulle strade.

In quest’ultimo caso sono state appurate ingerenze delle ONG finanziate in particolare da George Soros, il famoso “filantropo” ungherese e americano.

Non andrebbe molto diversamente nella Repubblica Dominicana se il governo attraverso un servizio di intelligenza molto capillare e l’adozione di efficaci misure dietro le quinte non avesse saldamente in mano il controllo della situazione. Una riprova di ciò ce l’avremo martedì prossimo 27 novembre, data di convocazione dello sciopero generale.