L’imprenditore italo-dominicano Juan Bautista Vicini
ha partecipato di recente a un incontro con altri imprenditori in cui si è
dibattuto il problema relativo alla frontiera haitiana tenendo conto dei
recenti avvenimenti e della proposta partita da più settori sociali e politici
di costruire un muro lungo la linea di frontiera. Secondo l’oriundo ligure la
costruzione del menzionato muro non risolverebbe il problema dell’immigrazione
illegale di haitiani. Si dovrebbero fare degli investimenti nell’area di frontiera
e creare opportunità di lavoro per dominicani e haitiani.
In tale incontro si è affermato che esiste la
possibilità di generare tra i 300 mila e i 400 mila posti di lavoro a breve
termine con investimenti strategici nell’industria tessile. Il tutto nell’area
tra Cabo Haitiano e Bonao.
Gli industriali si sono fatti avanti subito di
fronte alle richieste di costruzione di un muro lungo la frontiera.
In realtà che sia possibile creare quasi mezzo
milione di posti di lavoro tra i due paesi è una novità interessante. Ciò che
non è invece assolutamente una novità è che le correnti globalizzatrici
vogliono la fusione dei due paesi che si condividono l’isola.
Evidentemente il settore imprenditoriale locale non
gradisce la costruzione del muro. E allora meglio creare i posti di lavoro… 400
mila in tempi brevi vanno benissimo. Chissà poi se ci riescono. Intanto gli
animi si raffreddano.
Insomma, questo muro non s’ha da fare!