Questo fine settimana la statua di Cristoforo Colombo è stata definitivamente rimossa dal Grand Park nel centro della città di Los Angeles negli Stati Uniti. Una misura decisa tempo fa e considerata “un atto di giustizia riparatrice” per gli “abitanti autoctoni”. Questo è quanto si sostiene anche nei media. “La statua di Cristoforo Colombo riscrive un capitolo buio della storia e idealizza l’espansione degli imperi europei e lo sfruttamento delle risorse naturali e degli esseri umani”, lo ha affermato una funzionaria del comune di Los Angeles legata a Barack Obama, Hilda Solis, promotrice della sostituzione del Columbus Day con il giorno dedicato alle popolazioni indigene.
La misura è stata approvata l’anno scorso dal consiglio comunale di Los Angeles e quest’anno è stato celebrato per la prima volta il giorno dei popoli indigeni.
Il Columbus day viene commemorato ogni anno il primo lunedì della seconda settimana di ottobre. È una festa nazionale negli Stati Uniti dal 1937 anche se diversi stati come Hawai, Alaska e Dakota del Sud non lo festeggiano.
Gli “autoctoni” se la prendono con Colombo e non con coloro che li hanno sterminati sistematicamente fino a farli scomparire quasi dalla faccia della terra.
Il merito del navigatore genovese va molto più in là di una scoperta di cui non è stato mai a conoscenza perché era convinto di aver messo piede nell’India. Gli vanno riconosciuti in particolare i suoi studi approfonditi, la sua mentalità aperta al nuovo tipica del primo rinascimento italiano. Andò oltre le convinzioni radicate nel tempo. Uno scienziato e un uomo coraggioso che affrontò un viaggio verso l’ignoto il cui successo era basato solo sui suoi studi. Al di la di Gibilterra, delle colonne d’Ercole, si pensava che il mondo cessasse di esistere.
Comunque per i discendenti delle popolazioni autoctone, Colombo è il colpevole di tutte le loro disgrazie e ne parlano animatamente mentre mangiano un hamburger e bevono una coca-cola in un centrico fast-food.
La misura è stata approvata l’anno scorso dal consiglio comunale di Los Angeles e quest’anno è stato celebrato per la prima volta il giorno dei popoli indigeni.
Il Columbus day viene commemorato ogni anno il primo lunedì della seconda settimana di ottobre. È una festa nazionale negli Stati Uniti dal 1937 anche se diversi stati come Hawai, Alaska e Dakota del Sud non lo festeggiano.
Gli “autoctoni” se la prendono con Colombo e non con coloro che li hanno sterminati sistematicamente fino a farli scomparire quasi dalla faccia della terra.
Il merito del navigatore genovese va molto più in là di una scoperta di cui non è stato mai a conoscenza perché era convinto di aver messo piede nell’India. Gli vanno riconosciuti in particolare i suoi studi approfonditi, la sua mentalità aperta al nuovo tipica del primo rinascimento italiano. Andò oltre le convinzioni radicate nel tempo. Uno scienziato e un uomo coraggioso che affrontò un viaggio verso l’ignoto il cui successo era basato solo sui suoi studi. Al di la di Gibilterra, delle colonne d’Ercole, si pensava che il mondo cessasse di esistere.
Comunque per i discendenti delle popolazioni autoctone, Colombo è il colpevole di tutte le loro disgrazie e ne parlano animatamente mentre mangiano un hamburger e bevono una coca-cola in un centrico fast-food.